lunedì 30 settembre 2013

Scipione e Bruto

Io ci provo, davvero, a starmene tranquilla, a respirare e non iperventilare, a razionalizzare e farmi i fatti miei. Ma ci sono cose che non riesco ad accettare, è più forte di me, e ancora meno se sono legate alla scuola.
E non fa alcuna differenza che capitino a mio figlio o a qualcun altro.
Non sopporto quel senso di impotenza che mi prende e il non tanto vago sospetto che la gente perbene venga presa per il culo.
Non lo tollero più e siccome sento montare dentro una rabbia che temo di non saper controllare, cerco un sistema per incanalarla, sopratutto pensando che potrebbe capitare a mio figlio.

Ora pare che a scuola venga attuata la prassi di promuovere tutti, così in tre anni sono fuori, via dalle scatole come vi ho già raccontato qui http://nelmondodilu.blogspot.it/2013/06/e-finita-la-scuola.html

Perciò uno, per essere bocciato deve proprio essere un caso disperato. E non si spiega perchè questi casi disperati finiscano dalle altre due sezioni sempre in quella di mio figlio.
Cioè, si spiega, perchè se li porta dietro una certa prof tutta presa dalla sindrome dell' " IO ti salverò ".
Sì, buonasera!
Loro continuano a dire che è tutto sotto controllo. Ma io NON penso proprio.

Dunque oggi mio figlio è tornato a casa dicendomi che Scipione, lo chiameremo così, si è storto un dito.
Ed io ingenuamente: " e come ha fatto, non avevate neanche ginnastica oggi? "
" Sai - mi ha detto - Bruto, il ripetente, oggi gli ha preso il diario, così, per fargli un dispetto, allora Scipione se l'è ripreso, l'ha tirato via e Bruto l'ha colpito sul dito. Ma la prof ( sempre quella di cui sopra  ) ha detto che non è niente, perchè se se lo fosse rotto, ci sarebbe stato l'ematoma. "

E certo, perchè quella fa le radiografie con gli occhi!
Ma poi scusate, ma per aver subito un danno, bisogna per forza che ci spezzino qualcosa??
Non c'ho visto più. 
Voglio dire, il dispetto ci sta, il prendere qualcosa e non volerlo rendere. Ma la violenza fisica a 14 anni non ha ragione di essere. A quell'età dovresti capire che puoi fare male, che le mani non si alzano.
Se non ci arrivi, e mi pare evidente che non ci artivi, hai dei grossi problemi, tu e con te i tuoi genitori che ti hanno tirato su come un selvaggio essendolo forse loro stessi.
E sono stufa marcia che la scuola si renda complice di favoreggiamento, minimizzando, facendo finta che non succeda, evitando di punire col risultato da un lato di proteggere il rompicoglioni che si sente così in una botte di ferro, dall'altro di mortificare chi subisce, come se fosse un lamentoso.
A scuola non c'è posto per la violenza. Non può esserci. Punto. Se c'è, la scuola è già sconfitta. Finita.
E la scuola è di tutti, non solo di chi non c'ha voglia di fare una cippalippa.
È anche di chi ci va, studia, si applica e rispetta le persone e le regole.
E non è normale tornare a casa con una contusione, fosse anche un graffio, senza aver fatto NULLA.

E siccome lo scorso anno ci è successo qualcosa di simile e mi sono sentita rispondere quanto ho scritto qui http://nelmondodilu.blogspot.it/2013/02/scuola.html , ho deciso che, se dovesse capitare a noi, prendo mio figlio, lo porto al Pronto Soccorso, facciamo la denuncia di infortunio, porto il referto a scuola e apriamo una bella pratica per avere i danni, così poi se la smazzano loro per vedere se me li deve dare la scuola o la famiglia dello spaccamaroni di turno.

Del resto a primavera lo avevo detto ad una prof durante i colloqui, che non ci son problemi finchè non succedono grandi cose, ma poi??
E lei mi rispose che non riescono a prendere provvedimenti seri, perchè hanno le mani legate.
Bene, con le buone o le cattive, dovete trovare il verso di slegarvele.
E sapete vero che cosa potete farci col tanto sbandierato patto di corresponsabilità? Vero?
Bene, mi son liberata...e ora oohhm, ohhmm, oohhmm, torno ad essere zen!
Ma nelle scuole dei vostri figli, funziona così??

domenica 29 settembre 2013

A zonzo per Firenze 9: il miracolo di San Zanobi

Da quando ci sono stata all'inizio di settembre, Firenze mi manca spesso, forse di più. 
Non c'è una ragione scatenante, a volte mi succede così, va e viene. Forse perché in questo mese ci sono stati tanto sole e quella luce che me la ricorda e me la fa vedere anche senza vederla, con gli occhi del cuore.
Così, mi son detta, perché non farci una delle nostre passeggiate?
Pronti?
Si va in piazza del Duomo, accanto al Bel San Giovanni, quasi di fronte alla porta Nord e troviamo lei



una colonna di granito, con un albero in bronzo incastonato nel fusto, 


              foto tratta da Flickr.com


una ghirlanda bronzea e sormontata da una croce di marmo, dedicata a San Zanobi.


               foto tratta da Flickr.com

San zanobi fu vescovo di Firenze nel IV sec. DC, morì in una data imprecisata, fu sepolto in San Lorenzo, allora fuori delle mura e gli si attribuirono alcuni miracoli, uno ricordato, appunto, da questa colonna.

La tradizione narra che si era deciso di traslare il corpo del vescovo in Santa Reparata, l'allora cattedrale, ritenuta un luogo più consono alla sepoltura.
Il 26 Gennaio del 429, il corteo funebre con la bara del vescovo, portata a spalla, uscì dalla chiesa, percorse Borgo San Lorenzo, entrò in città varcando la porta Aquilonia e iniziò a snodarsi sul prato che costeggiava le mura e fra gli alberi, spogli in quella stagione, che circondavano il battistero, fra ali di folla che pregava in silenzio.
Fu allora che la bara sfiorò i rami di un vecchio olmo, che subito, come per incanto, mise le foglie e fiorì
La gente venne da tutte le parti della città e del contado per vedere quel prodigio.

Il tronco di quell'albero fu poi usato per realizzare il Crocefisso custodito nella chiesa di San Giovannino dei Cavalieri in via San Gallo.


              foto trovata in rete

La colonna che vediamo oggi fu eretta nel XIV sec, quella originale, posta in data imprecisata, fu spazzata via dalla terribile alluvione del 1333.

Negli anni '90 la colonna fu oscurata da un cantiere edile e ad essa si addossavano le catene e le ringhiere che delimitavano la zona pedonale da quella di traffico.


               foto trovata in rete

Nell'ottobre del 2009 la piazza è stata interamente e per fortuna pedonalizzata e anche la colonna ne ha tratto beneficio.
In occasione della Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, il 13 Novembre del 2010 è stato rievocato il miracolo di San Zanobi. Il selciato di tutta piazza del Duomo e piazza San Giovanni è stato ricoperto da un manto erboso e vicino alla Colonna è stato posto un vero olmo, completo di foglie, in pieno inverno.

http://m.youtube.com/watch?v=Sm6p2-01QJw


             foto trovata in rete


               foto trovata in rete



                 foto trovata in rete


                    foto trovata in rete


                     foto trovata in rete

Potete anche consultare il sito www.fondazioneflorens.it

Per scrivere questo post ho consultato "Dettagli fiorentini" di F. Giovannelli e "Il canto dei Bischeri" di F. Ciarleglio.

martedì 24 settembre 2013

Oggi

Il meteo ci sta regalando delle giornate strepitose: mattine e sere con aria frizzante, sole caldo, cielo terso e dei colori spettacolari sulle campagne.
Non riesco a stare in casa quando è così, anche perché so che prima o poi arriveranno le giornate grigie e nebbiose, tutt'altro che infrequenti, qui.
Sto facendo il pieno di aria e di luce e di quel senso di libertà che provo quando posso andarmene in giro con pochi vestiti addosso, senza essere infagottata.

Così mi faccio delle liste con i posti in cui devo o voglio andare e cerco di creare un itinerario razionale e che mi permetta di ottimizzare i consumi della mia auto che ormai tracanna benzina.
La mattina quindi, con una scusa o un'altra, esco sempre.
Anche se ho in mente un sacco di cose da fare in casa: qualche pulizia a fondo, la riorganizzazione e la pulizia degli armadi, certi svecchi, l'organizzazione delle mie scartoffie (creare un raccoglitore ad esempio, uno schedario per le mie ricette) anche con l'aiuto di app che sto già cercando e scaricando.
Ma non è niente che non possa essere rimandato, anzi questo mi fa sentire in un certo senso tranquilla perché so che quando verrà il brutto tempo e la pigrizia si impadronirà di me, non mi annoierò a casa, perché avrò da sbrigare tutte quelle cosine alle quali già penso.

Stamani ho guardato la mia app-agenda ( ne ho trovata una che mi piace tanto e la uso ormai più di quella di carta, chi l'avrebbe mai detto!!!) e mi son fatta un piano per la mattina.
Il bello di stare in un posto come questo è che in un paio di ore si riescono a fare parecchie cose!

Partenza intorno alle 8:30 , prima tappa vicino a casa per fissare l'eco mammaria di routine: fatela la prevenzione, io ci credo tanto, si paga, ma rinuncio volentieri a qualcosa.



Poi sosta all'Eurospin (ho scordato di fare la foto!!) e al Coal.



Poi mi son spinta ancora più in là al centro per la raccolta differenziata per lasciare una vecchia valigia




Tornando indietro mi son caduti gli occhi su un lampione...



...la gente ha delle strane abilità.

Quindi sono andata ad iscrivere il boy in pisci(o)na




Sei a Moie di martedì, vuoi non fare un salto al mercato?? Già pregustavo un cappuccino al Dolce Vita, ma son rimasta fregata perchè era chiuso per ferie! Comunque ho rimediato!



Oggi non ho preso nulla, ne ho approfittato per fare una passeggiata per andare a riprendere la macchina.
Sono andata a vedere la chiesa di Santa Maria che io trovo bellissima!









Uno sguardo al paese, lassù, dall'altra parte della valle con una luce accecante.


 
Due passi per la via principale di Moie



E un salto in biblioteca per riportare delle riviste



Son tornata alle 11:00, ho steso i panni, rassettato la casa e fatto il pranzo.

Ora il boy fa i compiti, poi gioca in casa o al campo vicino al circoletto. Stiamo a casa. 
Tanto fra un po' ricomincia la piscina e ci sarà da uscire anche il pomeriggio.
Quando sarà via via praticamente buio.
Ohiohiiii.

lunedì 23 settembre 2013

Non riesco più a stare zitta


Stamani sono stata dal dottore per far vedere delle analisi e farmi fare delle impegnative.
C'era ovviamente una marea di persone, come sempre. Tocca armarsi di pazienza e aspettare, se si ha bisogno.
L'attesa mi pesa perché in uno spazio ristretto si è costretti ad ascoltare discorsi, racconti e castronerie. Tante.
Stamani c'era un signore di una certa età che ci ha raccontato tutta la sua vita, aggiungendo qua e là cose inverosimili o comunque molto, molto esagerate.
Ci sarebbe stato da dirgli di abbozzarla, ma mi hanno educato ad avere rispetto per gli anziani. 
Anche se, non è detto che uno, per l'età che ha, possa dire e rompere a suo piacimento e pretendere rispetto eh!
Ma comunque, lì son stata zitta.
La sala d'attesa serve per due medici, ma stamani le persone aspettavano quasi tutte il mio dottore.
Alle 11 è arrivata una che non poteva essere più vecchia di me.
Tirava su rumorosamente col naso e quando ha saputo che per il dottor B. c'era davanti a lei una marea di persone, si è leggiadramente abbandonata su una sedia ed ha iniziato a sbuffare.
" Tanto co sto raffreddore bisogna che me faccia visità. "
Cocca mia, per un raffreddore?? 
Ma vabbè.
Due minuti dopo: " Ma tanto, possibile che per il nostro dottore ci sia sempre il pieno, e per quell'altro nessuno??"
E una signora ha detto: " Ma forse l'altro dottore non piace molto alle persone. "
" ahhh, i medici di base sono tutti uguali, tanto per fare le ricette...La Asl ti dovrebbe permettere di venire qui e se il tuo dottore ha tanta gente di andare dall'altro se è libero, invece guarda qui che confusiò "
Ora voi capite...ve lo immaginate...
E insisteva eh!
Allora il mio cervello si è ribellato e le ho detto: " Visto che l'altro dottore ha pochi mutuati e non ci sono tempi di attesa qui in ambulatorio, vai alla Asl, ti fai fare il passaggio e così quando vieni qui non aspetti più, semplice, no??"
Non ha più fiatato.
E che cavolo!
Di cose che non vanno ce ne sono tante, su alcune non possiamo farci nulla, altre invece, se non ci piacciono, possiamo cambiarle. Dobbiamo cambiarle. Alzare il culo, andare ed interessarci.
Troppa fatica.
Così preferiamo stare lì a lamentarci, lo sport nazionale, ad aspettare la pappa scodellata, ad aprire la bocca senza aprire il cervello.
Quella se si riascoltasse, capirebbe di aver detto una castroneria colossale.
Io onestamente questo atteggiamento non lo sopporto più, mi pesa e lo trovo pericolosamente contagioso.
Vogliamo tutti che le cose cambino, ma non muoviamo un dito per cambiare quelle che sono in nostro potere.
È più facile la lamentela,ci sembra di essere dei gran "saponi",  ci si sfoga e la colpa , non so se ci avete fatto caso, è sempre degli altri ( come quando si hanno 5 anni).
Dello stato, che siamo anche noi.
Dei politici che stanno lì 
1) o perché noi li abbiamo votati. È una questione di numeri, ci arrivo anche io che detesto la matematica. Tra i lamentosi, ci sarà anche qualcuno che li ha votati, o no? 
2) o perché molti di noi non sono andati per anni e anni a votare. Perdendo così, a mio parere, il diritto di lamentarsi, se ne esiste uno.

Tornando a casa in auto pensavo. Che vogliamo che tutto cambi ma quando ci viene chiesto un piccolo cambiamento, ci opponiamo con tutte le nostre forze.
Che pretendiamo che tutto sia a misura nostra, nell'interesse nostro, a vantaggio nostro, a comodo nostro.
Siamo individualisti, terribilmente e non ragioniamo.
È una questione di ignoranza e capronaggine. 
Anche se abbiamo un diploma o una laurea in tasca e ci sembra di capire tutto.
E scusate la lamentela.


venerdì 20 settembre 2013

Tre ricette per andare incontro all'autunno


Io amo l'estate, non c'è niente da fare.
Questa fase di passaggio verso l'autunno mi mette tristezza, perché le giornate si accorciano ed io patisco la mancanza di luce.
Ma mi passa presto, eh! Perché in ogni stagione c'è qualcosa che mi piace e l'autunno non è da meno con tutti i sapori che porta con sè.

Negli ultimi giorni ho cominciato a fare qualche ricetta un po' meno estiva anche se ancora le temperature sono gradevoli.
Cominciamo con un primo piatto che ho visto fare a La Prova del Cuoco, nella scorsa stagione.


Ho apportato qualche piccola modifica.
Vi serviranno per 1 porzione

- 70 gr di penne integrali
- 1 mazzetto di cicoria
- 1 manciata di zucca a cubetti
- un po' di feta
- 4/5 acini di uva rosata
- cipolla
- olio
- sale
 
Per prima cosa pulite e lavate la cicoria, immergetela per qualche minuto in una pentola di acqua bollente, scolatela e tagliuzzatela.
Nelle stessa acqua mettete a cuocere la pasta.
In una padella, fate colorire un po' di cipolla a cubetti, unite la zucca, sale e fate cuocere aggiungendo, se serve, un po' di acqua di cottura della pasta. Quando i cubetti di zucca iniziano a sfaldarsi, aggiungete la cicoria e fate insaporire bene, senza che si asciughi troppo.
Solo alla fine, a fuoco spento, unite la feta sbriciolata e gli acini di uva tagliati a metà.
Non vi resta che scolare la pasta e metterla nel sugo.

Visto che la fetta di zucca che ho comprato era piuttosto grande, ho pensato di usane un po' per mettere in pratica una ricetta letta in rete qualche tempo fa.



Questi muffins sono buonissimi e, visto che è ricominciata la scuola e servono sempre delle merende sane per i nostri bambini/ ragazzi, potete congelarli e tirarli fuori all'occorrenza. Nulla poi vi vieta di cuocere l'impasto in teglia tonda o in una forma da plumcake.

Vi serviranno per 12 muffins:

- 100 gr di zucchero bianco o di canna
- 1 uovo
- 60 gr di burro
- 60 ml di latte
- 220 gr di farina 00
- 1/2 bustina di lievito
- vanillina
- una punta di bicarbonato
- un pizzico di sale 
- zucca (io ho fatto ad occhio)
- marmellata di fichi


Sbattere bene con le fruste elettriche lo zucchero e l'uovo, unire il burro fuso, il latte e un pizzico di sale. Aggiungere poi la farina farina setacciata con il lievito, la vanillina e il bicarbonato. Quando sarà tutto ben amalgamato, unire la zucca che io ho grattugiato, ma potete anche farla a pezzetti piccoli.
Riempire per 2/3 gli stampini da muffins  e mettere al centro di ognuno un cucchiaino di marmellata.
Cuocere a 180°C per almeno 20/25 minuti.



E poi un'ultima ricetta per chi ama, come me, la frutta cotta e che unisce l'uva, autunnale, con le prugne belle mature, figlie dell'estate.
Tagliate a pezzetti, come vi piace, una banana matura, una mela Royal Gala, 3/4 prugne e unite alcuni chicchi di uva tagliati a metà. Io ho aggiunto dell'acqua e cotto in forno a 180°C.
Se volete potete aggiungere dello zucchero di canna e/o della cannella in polvere.


Buon appetito, e Buon Autunno!!

mercoledì 18 settembre 2013

Preferite

Da un po' di tempo a questa parte, scatto foto, ogni giorno, scatto scatto e scatto.
Cerco di fissare immagini, luci, colori e sensazioni. E il mio occhio è diventato più sensibile, coglie cose sulle quali prima, probabilmente, non si sarebbe mai posato, distratto e forse più insensibile.
Voglio ricordi e spunti di riflessione. Come un diario di immagini. Per me.
In fondo è quello che faccio anche con i post di questo blog.
Oggi riguardavo le foto che ho scattato questa estate e ne ho scelte due che in un certo senso la condensano e me la fanno riassaporare...


Di ritorno dal mare, nel tardo pomeriggio, fermi in una piccola coda ad un incrocio in mezzo alla campagna fra Senigallia e Jesi...c'era un po' di vento, e gli steli frusciavano e facevano un rumore croccante...


La mano di Medusa morente nel gruppo del Perseo di Cellini...la luce di quella mattina e lo strepitoso riflesso del cielo azzurro sul bronzo fuso centinaia di anni fa...

lunedì 16 settembre 2013

Ciao, estate!

Ci sono storie che mi affondano in testa, come un coltello in un panetto di burro, anche se non ne conosco i protagonisti. E continuo a pensarci.



Ieri abbiamo chiuso l'estate con un pranzo in spiaggia insieme alle altre famiglie che frequentano il nostro stesso stabilimento balneare. Un pranzo autogestito. 
Mentre gli uomini cuocevano le carne e noi donne sporzionavamo 10 kg ( !! ) di tortellini pasticciati in forno, è venuta fuori la notizia di una mamma di 43 anni morta il sabato pomeriggio per una malattia scoperta già in stadio avanzato, devastante, solo due mesi prima, l'ultimo dei quali "vissuto" fra 7 interventi, dolori atroci e incoscienza completa per la terapia del dolore...
Siamo rimasti scioccati .
Perchè ti immedesimi subito.
Perchè ti vien paura che anche un banale doloretto nasconda chissà che.
Perchè pensi ai tuoi figli. E a te.
Perchè la tua vita può cambiare radicalmente, da un momento all'altro, senza nessun preavviso.
E potresti scoprire di aver perso un sacco di tempo a pianificare il futuro, ad aspettare che sia tutto come deve essere, come se davanti avessimo chissà quanto tempo e la vita dovesse ancora cominciare sul serio.
So che è un meccanismo normale, umano. Però si può essere più presenti nell'ora, goderselo e viverlo davvero.
È un po' che ci penso e la storia di ieri ha solo rafforzato le mie convinzioni.
Voglio gustarmi ogni giorno, concentrare le mie energie su ciò che per me conta davvero, non voglio perdermi niente nè correre dietro a cose inutili.
E ringrazio di avere, per ora, la mia salute. 
Perché non è una cosa così scontata alla mia età.


venerdì 13 settembre 2013

Questione di naso

Ho un naso troppo grande per il mio piccolo viso. L'ho capito intorno ai 20 anni, prima non me ne ero resa conto del tutto.
Buffo, no?
C'ho fatto pace e mi piace pensare che sia per queste dimensioni che il mio olfatto è tanto sviluppato.
È una cretinata, lo so, ma resta comunque il fatto che fra i miei sensi è forse quello più sveglio e ricettivo: sento tutti i profumi e tutte le puzze, una fortuna e una sfortuna al tempo stesso.
Gli odori mi svegliano i ricordi più di qualsiasi altra cosa, mi basta poco, un odore sottile e la scena si completa portando con sé anche la memoria emotiva.

Già da bambina andavo in giro sniffando: il soffritto della nonna, gli odori della cucina di Ismena, il puzzo di benzina al distributore col babbo e la Fiat 124, il profumo del salmastro a Viareggio, l'odore della schiuma da barba e della English Lavender di Atkinsons usata dal nonno e dal babbo.
E naturalmente da ragazzina sniffavo in profumeria e il sabato pomeriggio ci trascinavo la mia amica Francesca che onestamente non so, ancora, quanto lo detestasse e quanto lo sopportasse per affetto verso di me.
Ho usato Pailettes e Lou Lou, poi a Londra mi sono innamorata di CKOne che mi sembrava fighissimo e alla moda.
Dopo la nascita di Lorenzo ho usato sempre l' Eau Dynamisante di Clarins in inverno e l'Eau Ressourcante in estate.
Ma mi ero stancata e volevo cambiare. Ho cercato e cercato, ma senza risultati.
Finchè il mio naso, all'improvviso, si è innamorato!
Venerdì scorso il babbo mi ha scaricato all'angolo fra via de' Neri e via De' Benci: volevo fare una passeggiata per il centro di Firenze, così, senza meta, col naso all'insù, la fotocamera in mano e il desiderio di riempirmi gli occhi.

Lasciata Piazza della Signoria, all'inizio di via de' Calzaiuoli, mi sono imbattuta nel negozio de L'Occitane.


                          Foto trovata in rete


È stata una sorpresa, credevo che ci fosse solo quello dei Gigli dove fra l'altro ero stata pochi giorni prima.
Sono entrata e ho spruzzato alcuni profumi sui cartoncini. Ma niente ha colpito lui, il mio naso. Quindi ho proseguito e sono entrata da Coin dove, nel reparto profumeria, ho provato altre cose, finchè mi sono imbattuta in un profumo de L'Occitane che in boutique poco prima non avevo considerato. Un profumo da uomo. Sì, da uomo.
E per me non è una cosa tanto strana visto che in genere i profumi femminili sono per me troppo dolci o troppo fioriti.
Ho girato per Coin per un po' e di tanto in tanto annusavo quella strisciolina di cartone.
Sono arrivata così, sniffando, fino a piazza del Duomo.
E poi sono tornata indietro, facendo lo slalom fra i turisti, dritta, alla boutique de L'Occitane.
E l'ho preso.



La commessa me lo ha fatto sentire e mentre preparava la confezione mi ha detto che si vocifera sia il profumo di Brad Pitt...
E pensando che non fosse per me, ma un regalo per qualcuno, ha inserito nella busta la velina celeste cosparsa col profumo: " Così, se al destinatario non dovesse piacere, si può cambiare senza toccare la confezione."
Ahhh, piace al destinatario, eccome se piace!



Sono contenta di aver trovato il nuovo profumo proprio a Firenze, così, ogni volta che lo indosserò, rivedrò la mia città come era la mattina del 6 Settembre ( il giorno, tra l'altro, dell'anniversario dei miei genitori ) : luminosa, nitida e splendente.

Quella mattina, passeggiando e ficcando di tanto in tanto il naso nella busta contenente il profumo, ho scattato molte foto.









Mentre ne postavo alcune su IG ho realizzato che nessun filtro era capace di migliorarle perchè la luce era perfetta e strepitosa.
O forse la vedevo così con gli occhi del mio cuore!









Ad ogni modo, io e Brad, avvolti da una nuvola del nostro profumo, vi salutiamo!
Bye!
Passo e chiudo.

mercoledì 11 settembre 2013

Tormentoni e riflessioni

Si dice che i toscani in generale e i fiorentini in particolare siano polemici. Potevo distinguermi?
Lo sono sempre stata, a quanto mi si dice.
A dire il vero, cerco di starmene zitta ma di fronte a certe (tante) cose il mio cervello gira, macina, vortica, tritura...e in alcune occasioni parto per la tangente e ciao!
Domenica ho comprato Gioia per leggerlo sulla spiaggia. Premetto che non ho niente contro questo settimanale e che l'articolo in questione avrei potuto trovarlo su qualsiasi altra rivista perché certi argomenti vanno di moda.

Sorvolo sullo speciale Gioia Bambino con pupi che vanno a scuola vestiti, truccati e agghindati come modelli in passerella, cosa che, si sa, mi fa orrore fin nel profondo.

Passiamo dunque all'articolo intitolato "September Blues". 


Avete notato che da Ferragosto in poiriviste e tg non hanno fatto che parlare della malinconia e dello stress da rientro con annessi consigli medico-nutrizionali-psicologici per superarli??
Ora, a chi non dispiace la fine delle ferie, il ritorno in città dal luogo delle vacanze?(ammesso che se ne sia fatta una! Chi non si è allontanato neanche per mezza giornata, che dovrebbe dire?)

E poi su, dopo un paio di giorni, una settimana al massimo, si dovrebbe essere tutti mediamente capaci di tornare alla normalità e re-AGIRE!
Io sta nenia continua e prolungata non la reggo. Le vacanze sono una parentesi nella nostra vita e non si può essere sereni solo in quella...

La giornalista poi si lamenta:
A) che il ritorno a scuola segnerà la fine dei momenti goduti in estate, istante per istante, con i suoi figli.
Strano, 9 madri su 10 fra quelle reali aspettano a gloria la riapertura delle scuole perchè non è affatto facile incastrare per tre mesi pargoli, lavoro, nonni, centri estivi, tate, zii ed affini.
Ci sono madri che a questo punto dell'anno i figli non li tollerano più.
B) che tornati a scuola, si dovrà di nuovo " amministrare il castello di carte degli impegni scolastici, sportivi, sociali dei figli."

Mi permetto di sottolineare due cose:
1) tutte le incombenze giornaliere legate all'alzata, l'igiene, la vestizione, la colazione, la consegna a scuola etc etc dei nostri figli sono la trama e l'ordito del tessuto che si chiama vita. La nostra.
Quando siamo stanche, non ce la facciamo più e siamo sul punto di esplodere, proviamo a pensare a come ci sentiremmo se un inconveniente anche piccolo ci impedisse di provveddere a tutte quelle incombenze personalmente.
Lo so, sono una donna semplice, non riesco a farmi tanti giri mentali...la vita è una, breve e fragile, non è una passeggiata e crescere i figli è maledettamente faticoso. Ma va vissuta e goduta e si può fare, semplificando le cose e smettendo di lagnarsi. Perchè la lagna toglie lucidità ed energia. E la vita intanto scorre. La fuggitiva.
2) gli impegni sportivi e sociali dei nostri figli li scegliamo noi, siamo noi a spingerli fin da piccoli a fare mille attività; offriamo tutto perchè nulla sia loro precluso. 
E ci infiliamo in un girone di stress per noi e per loro che tante volte non sono affatto interessati o peggio ancora forzati.
Certo è importante che pratichino uno sport. Uno!!! Non due o tre incastrati con la lezione di violino ad occupare 5 pomeriggi a settimana!
Insomma, con un po' di buonsenso si può riuscire a mantenere intatta la nostra salute mentale senza che i pargoli diventino degli a-sociali.
Ma in fondo, quanto ci piace lamentarci? Guarda, corro qui, corro di là, sono una tassista, incastro lavoro, casa, spesa, piscina, campo di calcio, lezione di musica e chi più ne ha più ne metta, ma guarda quante possibilità offro a mio figlio! Sono proprio una brava genitrice!
Ecco, io sono stata pessima.
 La quantità per me non significa quasi mai qualità. I bambini hanno bisogno dei loro tempi, di abituarsi alle situazioni nuove, come ad esempio la scuola. Perchè caricarli di altri impegni, fin da subito? C'è tempo! E alcune passioni ed inclinazioni potranno scoprirle e coltivarle anche quando saranno più grandi! Perché tutta questa furia? Perchè non assaporare e vivere bene meno cose alla volta?

Capisco che questo genere di articoli abbiano anche lo scopo di esorcizzare certe sensazioni, di alleggerirle ridendoci un po' su. Ma io sono sempre più portata a pensare che in realtà esprimano una concezione della vita e un modo di viverla che non sento miei, non mi appartengono.
Forse è per questo che spesso, osservando la realtà, mi sento diversa e assai poco "allineata".
E forse questo è un problema mio.


Che poi mi chiedo, ma questa giornalista come ha vissuto questi ultimi tre mesi?? Non ha lavorato mai?? Maaahh

Ah, già che ci siamo, visto che l'articolo parla di mamme comuni, perchè inserire proprio la foto di una mamma stra-famosa, stra-modella, stra-figa, con un fisico mozzafiato e due metri di cosce che noi comuni mortali non avremo mai, tutta intenta ad accompagnare a scuola il pargolo che porta un tri- nome e una divisa di altri tempi??
Non andava bene la foto di una mamma qualsiasi?

martedì 10 settembre 2013

Appartenenza

E poi ci sono i giorni in cui non so a quale dimensione appartengo, se a questa, piccola, lenta, rilassata, nella quale ogni cosa e persona ha il suo spazio vitale e le distanze si coprono in tempi rapidi e certi, oppure all'altra, grande, veloce, frenetica, nella quale se vuoi il tuo spazio devi sgomitare e le distanze, anche piccole, si coprono in tempo lunghi e mai del tutto certi.
Quattordici anni fa, ero piuttosto disorientata e qua, all'inizio, non riuscivo a dormire: troppo silenzio.
Ma mi sono abituata in fretta.



E la prima volta che sono tornata a Firenze sono riuscita a dormire benissimo, nonostante il rumore deltraffico che saliva su, come sempre, dal viale fino alla finestra aperta della mia stanza. Come se il mio cervello avesse riconusciuto quel brusio e si fosse rimesso in modalità cittadina.



Con lo scorrere del tempo, passare da una dimensione all'altra è diventato meno faticoso ma un certo senso di sbandamento restava e il modo di fronteggiarlo dipendeva da quanto ero serena e soddisfatta della mia vita.
Oggi posso dire che le due dimensioni sono entrambe mie, quasi intercambiabili e in nessuna delle due mi sento un pesce fuor d'acqua.

Ma quel senso di sbandamento resta, è come una vertigine.
Insomma, ero portata a credere che le due dimensioni si escludessero, in un certo senso, a vicenda e scoprire che invece sono complementari e che io sono più persone, più anime, anche molto diverse, contemporaneamente, è a dir poco esaltante!! 
Qui sento il legame con la terra , la tradizione e uno stile di vita che permette di assaporare fino in fondo tutte le cose...


...la città rappresenta la possibilità di aprirsi agli altri, la fusione fra culture e ritmi di vita diversi.


E mentre facevo questi pensieri, mi sono ricordata di una immagine trovata qualche giorno fa in rete, per caso e che li riassume perfettamente


Questa potrei essere io: bisognosa di radici, di un terreno solido a cui ancorarmi e desiderosa di aprire le braccia a tutto il resto.
E prenderlo.