martedì 24 febbraio 2015

Sfumature, quante ne volete voi

Prima sono stati i libri della trilogia, oggi il film a far parlare di sé, nel bene e nel male, come è normale che sia.
Io a suo tempo ho scelto di non leggere i libri e ovviamente qualcuno ha insinuato che fossi una bacchettona insoddisfatta. Chiariamo subito che io non etichetto chi li legge e pertanto gradirei non esserlo a mia volta ma pare sia una cosa impossibile anche solo da chiedere. 
Il fatto è che, leggendo la sinossi in vari siti, ho capito che non potevo e volevo perdere tempo a leggere una storia basata su un concetto di sesso che non condivido, considerando anche il numero di libri che avevo da leggere e che sapevo mi sarebbero piaciuti molto di più.
Poi, quando si è iniziato a parlare del film in uscita, io e Romina abbiamo deciso di andare a vederlo insieme.
E l'ho fatto. Sapete perché??? Perché sono una donna dalla mente aperta, ohhh yesss!!
Insomma, volevo vedere cosa c'aveva di tanto intrigante questa storia, perché piacesse tanto alle donne che sospirano perse ahh, ce ne fossero di Mr Grey.
Ho cercato, credetemi, di guardare il film senza pregiudizi, ma nonostante tutto, le idee che mi ero fatta prima della visione sono solo state rafforzate. 
Le mie idee, appunto. Che non hanno valore universale, che non implicano giudizi morali su chi ne ha di diverse e bla bla bla.




Le prime scene del film, in cui lui sembra solo un uomo potente, ricco assai e molto affascinante, sono simili a quelle di tante altre storie di amore in cui lui appartiene ad un mondo molto diverso da quello di lei.
Ci sono alcune cose che hanno attratto la mia attenzione:
- Nella vita di lui, tutto ha il logo Grey: le matite, l'elicottero (scena che ricorda il volo privato con cui Edward porta Miss Vivian a San Francisco a vedere l'opera. L'opera, non la stanza dei giochi), forse anche l'elastico delle mutande. Perfino le sue bellissime segretarie in ufficio indossano abiti-uniforme in varie tonalità di grigio.
- Fra tutte le donne che poteva incontrare, Mr Grey incappa proprio in una vergine. Quando si dice il caso.
- In due scene, quando Christian va a comprare il materiale nel negozio di ferramenta dove Anastasia lavora e quando lei parla con lui al telefono mentre è in coda alla toilette del bar, la ragazza viene inquadrata vicino o dietro a delle inferriate, come se fosse imprigionata in qualcosa e dovesse essere liberata. Magari è solo un caso e vedo messaggi che non ci sono.
- ad un certo punto ho anche iniziato a fare un po' di confusione, perchè Mr Grey vive a Seattle, la città di...GREY's Anatomy! Vabbé!!
 
Che dire??? Io penso che ognuno possa fare sesso come vuole. Se lo vuole. E la protagonista non mi sembra del tutto convinta sul come...
Per quanto riguarda me, un uomo che vuole dominare, che prova piacere nel farmi del male, che vuole trovarmi, quando dice lui, inginocchiata accanto alla porta, non solo non mi eccita, ma mi fa venire voglia di scappare lontano. Non capisco cosa ci sia di sexy e affascinante nell'essere puniti perché si alzano gli occhi al cielo. Non capisco i sospiri, ahhh ce ne fossero di uomini così!! Ma lo dite sul serio??? 
Le donne moderne, indipendenti, che fanno come vogliono, che escono, vanno, fanno sarebbero contente di andare a letto con una persona instabile, irrisolta, profondamente traumatizzata quando lo dice lui, come lo dice lui, per provare piacere solo lui???
Mah...
In tutta onestà, non solo le scene non mi hanno eccitato, ma qualcuna mi ha proprio fatto male allo stomaco...
Quindi vi lascio volentieri manette, scudisci, fruste, frustini, bende e cravatte.
Mi tengo la vita sessuale che ho, mi soddisfa.
O forse, tanto per cambiare, in Mr Grey vi attirano soldi e potere??
Beh, se è così, vorrei farvi notare 
1) che il film e il libro non sono certo una grossa novità. 
2) che se è questo che cerchiamo negli uomini, allora non siamo poi tanto emancipate quanto crediamo. Non siamo oggetti. 

Di questo film salvo solo i vestitini che Anastasia indossa in varie circostanze. Questo mi è piaciuto in modo particolare.

https://m.youtube.com/watch?v=o2MyCCJ7yrk


P.S. Ma voi, che ve lo mordete spesso il labbro???
P.S.2 Continuo a preferire il Dottor Stranamore, sono sempliciotta, io!!
P.S.3 Sculacciate ne ho prese poche anche da bambina, figuratevi se a quasi 44 anni posso desiderare di andare a giro col culo rosso!!!

sabato 21 febbraio 2015

Duro dicembre

Mescolavo il risotto in cottura, la prima domenica di dicembre, pensavo all'albero che avrei fatto nel pomeriggio, alla magia del Natale in arrivo.
Poi ho ricevuto una chiamata: "E' morta Lucrezia" mi son sentita dire dall'altro capo del filo, tra le lacrime e i singhiozzi...
Ho spento la fiamma, mi sono dovuta sedere per cercare di capire come fosse plausibile la scomparsa di una ragazzina di 14 anni che è stata in classe con Lorenzo alle elementari e alle medie.
Son rimasta seduta, finita la telefonata, le mani sudate, il cuore accelerato, la mente svuotata, fatta eccezione per un assurdo pensiero che vorticava nel vuoto: magari si è sbagliata, ha capito male (non volermene, Patrizia!)
L'ho detto subito a Lorenzo, volevo che lo sapesse da me, non dal tam tam che di lì a poco si sarebbe scatenato su Whatsup.
E' diventato bianco come la carta e se ne è andato nella sua camera, silenzioso. Più silenzioso del solito.
Ho riacceso la fiamma, ho finito di cuocerlo a forza di lacrime quel risotto e a forza l'ho ingoiato.
Sono passate settimane, ma se vi dicessi che dopo quella domenica è tutto normale, mentirei.
Sono stata attraversata da tante emozioni, forse perché mi trovavo a fronteggiare anche delle preoccupazioni personali.
Più di tutto mi sono sentita triste, sbigottita, incerta, impaurita.
Sono stata travolta dai ricordi, dalle immagini del tempo trascorso con quella famiglia.
Ho dei flash chiarissimi come le espressioni eccitate e meravigliate dei bimbi al Castello di Babbo Natale a Frontone, in una domenica di freddo e sole, nella quale, ovunque ci girassimo, vedevamo solo neve!
O i caffeini che la mamma di Lulù mi ha preparato tante volte a casa sua, accompagnati da chiacchere, confidenze, scambi di idee. 
La prima mamma con la quale ho avuto feeling, affinità.
Una mamma "grande" ai miei occhi perché cresceva con dolcezza il suo primogenito e i tre gemelli coetanei di Lorenzo, il trio, come li chiamavo io con lei.
E in un certo senso, ho provato su di me un po' del suo dolore...
...un po', perché io riesco a stento ad immaginarmelo.
 Quando ci provo, mi sento un po' presuntuosa. 
Perché non posso sapere davvero...
Ho cercato anche, in questi mesi, di trarre da questa tragedia degli spunti positivi. E ne ho trovati, per quanto possa sembrare assurdo. O folle.
Il giorno del funerale, con quella sua aria fredda e il sole sfacciato, Don Luca ha detto "riempite di vita i giorni". Quelle parole sono andate a puntellare la convinzione che avevo già, che la vita è qui e ora, fatta di piccolissime cose, apparentemente insignificanti, e ne ho fatto un mantra.
Ho scoperto che la mia sensibilità continua ad essere un dono e una condanna.
Che se una canzone si lega ad un ricordo triste, non riuscirai più a sentirla, ascoltarla sarebbe troppo, senza il nodo in gola e il pungere degli occhi. Non c'è storia.
Che la vista dei sacchettini del Calendario dell'Avvento, appeso nella loro cucina quando siamo andati a portare le nostre condoglianze, mi ha scavato un buco nel cuore...la gioia di aprirli, uno ogni giorno, a turno fra i fratelli, magari con qualche bisticcio quando erano più piccini, per vedere quale fosse la sorpresa...e l'amara sorpresa che quel dicembre appena iniziato aveva portato con sé.

Ho scoperto sentimenti di mio figlio che non conoscevo.
Ho capito che non puoi evitare che il tuo cucciolo soffra.
Ho cercato di essere presente, di stargli vicino nella maniera più utile per lui. 
Senza fare domande, aspettando che fosse lui a parlare, a tirare fuori il suo dolore, lo smarrimento, la paura.
Lo ha fatto, a rate. E penso che non abbia ancora finito.
Ho scoperto che crede profondamente nella amicizia.
Che ha pochi amici, ma veri. Seleziona, insomma.
Che per lui l'amicizia non ha sesso.
Che vede le ipocrisie e non le regge.
Che è riservato.
Che non esterna, come faccio io.
Che se può, aiuta. Spontaneamente. E ama farlo.

Lucrezia vien fuori ancora nei nostri discorsi. 
Sorride nella foto ricordo che ci hanno dato e che mio figlio ha deciso di mettere sul comodino, fra i sassi dipinti e l'astronavina di Star Wars della Lego.
E so che ci pensa a lei, anche se non lo dice, forse più spesso di quanto io immagini.
Io penso ogni giorno a lei, ai suoi cari. 
Alla sua mamma, in modo particolare.
Ci penso ogni volta che torno a casa, percorrendo la statale e, laggiù, in fondo al campo che ospita alternativamente il grano e i girasoli, vedo il tetto della loro casa...


venerdì 20 febbraio 2015

Se mi metto in testa di (ri)organizzare...

Abbiamo due soli armadi in casa, uno per Lorenzo e uno per me e Daniele: devono contenere tutto, cambi di stagione e biancheria compresi. L'armadio nella nostra stanza ha 4 ante lunghe e 4 più corte perché sotto di esse abbiamo scelto di mettere 4 cassetti, 2 normali, 2 molto profondi dato che nella stanza non c'è il posto per un cassettone. I miei due cassettoni grandi sono sempre stati un problema perché è vero che contengono tanta roba ma il più delle volte non è facile vederla bene, prenderla e tenerla in ordine.
Non ho mai trovato una soluzione soddisfacente finché lo scorso autunno, in aria di cambio di stagione, ho deciso che dovevo trovarne una. 
E dove sono andata a cercarne una??? Ma su YouTube, ovviamente!!!
Sfrucugliando fra vari canali in lingua inglese (sì, sarò esterofila, ma ho l'impressione che quelle ragazze siano più brave, divertenti e meno noiose, e comunque è un ottimo modo per capire meglio la lingua!!) ho visto che più volte si adottava lo stesso metodo per piegare e organizzare maglioni, pantaloni eccetera.
Quindi ho svuotato i miei due cassettoni, li ho aspirati-spruzzati-asciugati, ho fatto un bel pulito (traduzione fiorentina di decluttering) e ho risistemato tutto, piena di entusiasmo ma anche convinta, lo ammetto, che non potesse durare.
E invece mi sono dovuta ricredere: il sistema è comodo e funziona molto bene.
Forse è più adatto agli adulti che ai bambini, questo sì.
Nel cassettone più in basso ho messo quelle che chiamo cose per il tempo libero, che indosso quando magari fa molto freddo o non ho voglia di mettermi in tiro o accompagno Lorenzo in piscina. 
I pantaloni sono piegati a metà per la lunghezza, arrotolati e messi giù in modo che il lembo libero del rotolo sia rivolto verso il basso, i maglioni piegati a camicia ma anziché a metà, in due parti uguali poi sovrapposte.
Sulla destra ho sistemato tutte le mie sciarpe fatte a mano, arrotolate.
 Sotto questo strato, dormono i vestiti estivi, attaccati alle loro grucce, raggruppati in buste da giacca e distesi.


Nel cassetto di sopra ho messo tutti i miei maglioni, di varia pesantezza e i vestiti, tutti piegati a camicia e poi in modo che abbiano la stessa altezza. Il mio timore era che, sfilandone uno, gli altri si inginocchiassero, invece restano praticamente in piedi. Questo tra l'altro è anche il cassetto che uso di più, quotidianamente. Ho messo anche i miei leggings più pesanti semplicemente arrotolati e, in una scatola, i foulard da mezza stagione, anche questi arrotolati.


E  visto che questo cassettone è molto profondo, nella mezza stagione non dovrò far altro che tirare fuori da sotto golfini e coprispalle e metterli sopra. Visto che sono pochi potrò fare tranquillamente un solo strato ed avere tutto a vista. Senza dover riporre i maglioni durante l'estate e tirarli di nuovo fuori in autunno.


I due cassetti successivi sono di altezza standard, quindi non ho potuto adottare lo stesso sistema, ma ho cercato di dividere i vari tipi di magliette che ho (mezze maniche, manica lunga a giro collo, collo alto) piegandole non nella maniera tradizionale, cioè con lo scollo a vista, ma col collo dentro.




L'ultimo cassetto contiene tutto il mio intimo più calze e calzini, di ogni pesantezza. Ho usato scatole di cartone, di un pigiama, dell'ipad e anche un contenitore rettangolare in plastica che avevo tenuto quando abbiamo cambiato il frigorifero. 



Calze, leggings, calzini e gambaletti sono arrotolati.
Glli slip invece...ehhhh, ripiegati a pacchetto!!! Che soluzione meravigliosa!!! traa l'altro si può applicare anche a canottiere, magliette, perfino maglioni, felpe, pigiami...
L'idea non è ovviamente mia, l'ho trovata qui


https://m.youtube.com/watch?v=JR-BZcCrDn0

Devo dire che questo sistema mi ha davvero entusiasmato, ho iniziato a piegare tutto a pacchetto. Lo avrei fatto anche con me stessa!!! Volete mettere l'ordine??

Poi, mentre scrivevo questo post, mi è venuto in mente che io, in realtà, occupo anche un cassettone nella sezione di mio marito, il quale è uno di quegli uomini che ha poche cose nell'armadio, un po' perché lui è così, un po' perché dalle 7:30 alle 17:30 sta in tuta da lavoro, quindi non ha molta necessità di abbigliamento "da fuori".
Dunque vi dicevo del cassettone che ho usurpato per metterci tutti i miei vestiti da casa. Come torno da fuori, la prima cosa che devo fare, è cambiarmi. Mi hanno insegnato così, fin da piccina e ormai non potrei fare diversamente, perché mi sento a disagio, legata. Io passo molto tempo in casa che si sa, è il mio luogo di lavoro, quindi ho molti capi, perché mi posso facilmente sporcare, e sono molto caldi per l'inverno, perché io sono freddolosa e teniamo il riscaldamento fra i 18 e i 19°C.




Anche in questo cassetto ho adottato lo stesso sistema per piegare e inserire magliette, pantaloni e pile e sto pensando di lasciare tutto così anche d'estate, coprendo tutto con un foglio di carta velina bianca e sistemando sopra, in modo più tradizionale, i miei vestiti da casa estivi.

Ora sono alla ricerca di un sistema per piegare e riporre asciugamani e lenzuola, più pratico di quello che sto usando.
Voi usate qualche tecnica particolare? Avete trucchetti, segreti per mantenere in ordine le vostre cose?? Fatemelo sapere, magari trovo qualche soluzione geniale!!




venerdì 13 febbraio 2015

Esperimenti

Non sono mai stata brava nelle cose manuali, anche da bambina, quando all'asilo e alle elementari si facevano i lavoretti, per Natale, Pasqua, la festa del babbo e della mamma, ero sempre a disagio perché sentivo che non era nelle mie corde, ero sprecisa, faticavo, avevo bisogno di aiuto. Ancora oggi, per esempio, se devo tagliare con le forbici, non riesco ad andare sempre del tutto diritta, anche se ho la linea tracciata a matita.
Crescendo, però, mi è venuta voglia di provare a far qualcosa con le mani e con mia grande sorpresa ho scoperto che riesco meglio di quanto credessi. Non in tutto, ovviamente. Ma mi ritengo contenta. Così, negli ultimi anni a Firenze, ho imparato da me a ricamare a punto croce e ho fatto alcuni asciughini e asciugamani per la casa qui, e in seguito alcune cosine per Lorenzo quando era piccolo.
E poi la rete mi ha portato innumerevoli stimoli. Si trova di tutto fra blog e YouTube. In molte cose mi sono imbattuta casualmente, altre le ho cercate perché le ho viste fare a qualcuno che magari ho conosciuto su Facebook o Twitter.
Le ricette di cucina sono di certo le cose pratiche che ho sperimentato di più, ma ho anche reimparato a lavorare ai ferri e con l'uncinetto, ho fatto vari scrub per il corpo, gli spruzzini eco-friendly per pulire la cucina, quello a base di lavanda da spruzzare sul cuscino prima di andare a dormire, le ghirlande con le forme di cartoncino, quelle con le scorze di arancia, utilizzabili anche per abbellire pacchettini sotto Natale, ho imparato a fare con la carta i sacchetti per regalare i biscotti o la granola, a riorganizzare l'armadio, a piegare a pacchetto e ad arrotolare i maglioni e i pantaloni...

Giorni fa, vagabondando su YouTube ho trovato un video di un DIY semplicissimo, ho constato che avevo in casa tutto il necessario e ho provato. Ovviamente può venire meglio, ma mi piace il risultato.
Secondo me avete tutti in casa l'occorrente!!


un contenitore di alluminio o di plastica che non dovrete riusare
dell'acqua
degli smalti
un oggetto in ceramica
della carta di giornale
della carta da cucina
degli stuzzicadenti

Per prima cosa, fate cadere nell'acqua diverse gocce di smalto, potete usare un solo colore o più colori, miscelateli con lo stuzzicadenti e immergete nell'acqua la tazzina. Io ho cercato di evitare che l'acqua entrasse dentro portandosi dietro lo smalto, ma in alcuni video che ho guardato su Youtube non mi sembrava ci fassero troppo caso.






Vi assicuro che è davvero semplice!!!
E ci sono, per così dire, due bonus:
1) Se non siete soddisfatti del risultato, non dovete fare altro che prendere dei dischetti di cotone imbevuti di solvente per unghie e rimuovete il tutto. Praticamente si può correggere all'infinito.
2) Se come me (ma ho promesso a me stessa di non farlo più), acquistate quegli smalti che costano poco ma si appallottolano praticamente subito dopo la prima stesura, non gettateli, questo può essere un modo per riutilizzarli!!!