martedì 22 ottobre 2013

Colori e innamoramenti

Da quando vivo qua, mi sono innamorata degli alberi.
Non che non ce ne fossero a Firenze, solo che, non so per quale motivo, non ci avevo mai fatto attenzione.
Forse perché finivano fagocitati da tutto il resto diventando così meno visibili.




Qui hanno il loro spazio ed io ho iniziato ad osservarli attentamente: le radici, i tronchi, i rami nudi, le gemme, i fiori, le foglie, i frutti.
Mi piace fotografarli al passare delle stagioni.




Inutile dirvi che l'autunno rende gli alberi meravigliosi ed io non finisco più di scattare: è come se tutta la luce, il colore, il sole, il caldo dell'estate si concentrassero nelle foglie in autunno.
Una specie di saluto, di arrivederci, meraviglioso e struggente.

Ho spesso desiderato essere un albero.
E spesso mi torna in mente che l'albero è una delle prime cose, insieme alla casa, che mi fece disegnare la mia psicologa quando, venti anni fa, andavo da lei in terapia.

Forse c'è un perchè in questo mio innamoramento.
Stamani sono stata in biblioteca e al ritorno, lungo la via che costeggia il parco della Fornace, ho visto un albero fantastico.
Ho parcheggiato e sono scesa per guardarlo bene.
E mi sono chiesta, ma quanti colori insieme può avere un albero??









Non so cosa sia, forse dovrei chiedere a @giardiniegiardinetti! ;-)

domenica 20 ottobre 2013

Propositi

È bello fare progetti, coltivare sogni, nutrire speranze per il futuro.
Ma la vita è sopratutto il presente, qui e ora.
E va di fretta. Basta un niente, molte cose cambiano e tutto è pieno di rimpianti..."ahh se avessi fatto..." "ahh se avessi detto"...
I figli ti crescono sotto gli occhi e quasi non te ne accorgi.
Poi un giorno ti arriva nello stomaco un pugno, non violento, di quelli dolce-amari.
Ma sempre un pugno è.
E metti a fuoco ancora meglio, se mai ce ne fosse bisogno.
Lorenzo è già da un po' più alto di me che sono davvero bassa. Lo sapevo.
Qualche giorno fa mi ha abbracciata e si è piegato verso il basso per farlo.
Mi sono sentita piccola, vulnerabile in un certo senso.
Come se fossi fuori posto.
È stato un momento forte, strano ed emozionante.
Molto più del primo giorno di asilo, o di primaria e di medie.
Molto di più.
Sta diventando davvero grande.
Ed io ho intenzione di godermi ogni momento con lui, finchè sta con noi e non desidera andare per i fatti suoi.
Voglio bermi ogni abbraccio che mi fa la mattina quando mi raggiunge in cucina e fuori è ancora buio.
Voglio perdermi a guardarlo mentre se ne sta seduto accanto a me sul divano e guardiamo la tv o leggiamo i libri.
Voglio sbaciucchiarmelo tutto mentre dorme e sembra ancora piccino.
In barba a quelli che sanno sempre come si fa, che ti devono insegnare sempre qualcosa che credono tu non sappia già.
Ascolto il mio cuore, seguo il mio istinto.
Il qui e ora è il mio.
E non me ne perdo un attimo.


venerdì 11 ottobre 2013

Torta salata con patate e stracchino

Finita l'estate ho ripreso a cucinare seriamente e a riaccendere il mio amato forno.
Per cena le torte salate sono perfette perché si possono preparare prima e poi riscaldare al momento, a bassa temperatura.
E questo è utilissimo se si rientra a casa tardi, a ridosso dell'ora di cena.
Il problema per me, è cosa metterci dentro, visto che mio marito non mangia che poche verdure. Le patate però, sì e quindi questa ricetta è perfetta!

Ingredienti:

- 1 rotolo di pasta brisè o di pasta sfoglia 
- 2/3 patate medio piccole
- 180/200 gr di stracchino morbido
- latte
- cipolla surgelata a cubetti
- salvia secca tritata


Sbucciare le patate e farle a fettine sottili. Io ho usato il robottino.
Sbollentare le patate per 5/10 min, scolarle e passarle in padella con olio, cipolla, sale e salvia.
Lasciare insaporire il tutto e trasferire in una ciotola dove si aggiungeranno lo stracchino e del latte sufficiente a mescolare bene il tutto.
Accomodare la pasta brisè con la sua cartaforno in una teglia, in modo che resti un bel bordino tutto intorno, mettere dentro il composto di patate e stracchino, livellarlo bene e cuocere in forno già caldo a 180C per circa 30 minuti.
Una buona aggiunta potrebbe essere quella di cubetti di prosciutto cotto o di speck.
È ottima anche il giorno dopo, anche forse di più!


martedì 8 ottobre 2013

Un gustoso ripieno per la carne di maiale

Il mio dilemma ricorrente è come cucinare la carne.
Quella di manzo l'abbiamo eliminata perché cotta in padella resta sempre dura come una ciabatta.
Diverso è il discorso per il filetto, che costa uno stonfo, e cuociamo solo ed esclusivamente sulla brace o sulla griglia elettrica.
Ormai per me le braciole o fettine che dir si vogliano, sono di arista, piuttosto sottile, che in genere restano morbide.
Le faccio quasi tutte le settimane, vestite in modo vario.
Ieri sera ho fatto un esperimento prendendo spunto da una ricetta che ho visto molto tempo fa a La Prova del Cuoco e che serviva per riempire un filetto di maiale aperto a libro o usato come tasca.
Ho pensato di usarlo per riempire le mie bracioline.

Per prima cosa ho messo in una padella 1 mela Royal Gala fatta a pezzetti piccoli, una manciata di gherigli di noce sminuzzati grossolanamente, della cipolla a cubetti surgelata, olio e sale.


Ho fatto andare su fuoco medio, girando spesso, finchè la cipolla si è ammorbidita. A quel punto ho aggiunto la maggiorana secca e un po' di pangrattato.

Ho appiattito bene le fettine di arista col batticarne, ho coperto metà di ciascuna con un po' di ripieno, ho piegato sopra l'altra metà e chiuso con 3 stuzzicadenti, uno per lato.
Ho impanato leggeremente questa sorta di bauletti e li ho cotti in padella con poco olio, sfumando con del vino bianco e tenendo il fondo morbido con un po' di brodo vegetale aggiunto via via fino ad arrivare a cottura.

La foto finale non ce l'ho perchè prima di poterla fare, erano giá finiti!!

Ora vorrei provare ad usare il ripieno per un filetto di maiale aperto a libro: potrebbe essere un'ottima idea per il nostro pranzo di Natale.

Ah, ieri sera una parte del ripieno mi è avanzata, così l'ho aggiunta al contorno di zucca e patate che già mi ero preparata. Buonissimo!

venerdì 4 ottobre 2013

A volte sono intraprendente. Ma solo a volte.

La domenica pomeriggio, quando eravamo piccini, i nostri genitori ci portavano a cercare i fiori spontanei in campagna: il massimo sarebbe stato trovare i mughetti tanto amati dalla mamma, e qualche volta ci siamo anche  riusciti, sennò prendevamo primule, anemoni, margherite, ginestre, rami di cespugli con le bacche.
Una volta abbiamo raccolto dei fiorellini bellissimi, senza sapere che erano di aglio: non vi dico l'odore poi in macchina!
Il babbo si infilava in stradine secondarie, a volte asfaltate ma con buche giganti, a volte sterrate e con pietrone superficiali.
A volte si sentivano le partite alla radio, a volte si ascoltava la musica.
A me sembrava sempre un'avventura, ogni volta in una zona diversa intorno alla città: Montesenario, l'Olmo, il Monte Fanna, Monteloro, San Piero a Sieve, Borgo San Lorenzo, Vicchio, Vincigliata, Arcetri oppure verso Grassina e la Chiantigiana.
Mi guardavo intorno e a furia di passarci, riconoscevo gli alberi, gli scorci, le case, i panorami anche se ero ancora relativamente piccola.
E forse è per questo che quando vedo una stradina che si stacca dalla via principale, sono tentata, molto tentata di imboccarla, anche se non la conosco.
E ogni tanto lo faccio.
Come stamani.
 Procedo a bassa velocità, mi guardo intorno, osservo i campi e le case e cerco di evitare le buche.
Accosto e scendo a scattare foto.
Ho percorso un nuovo pezzo di strada stamani.


Aravano i campi...


...e il profumo della terra mi è salito su per il naso


E le zolle scintillavano, scure, lucide.



Spesso quando infilo queste stradine e mi fermo in mezzo al nulla a fare foto, mi sento intraprendente, tutta sola nella campagna con una macchina vecchia e ormai poco affidabile.

Stamani mi ci sono sentita ancora di più, perchè indossavo queste


Voglio dire, proprio le scarpe giuste per fare fotografie in campagna!!

martedì 1 ottobre 2013

Che meraviglia, i bambini!!

Oggi è stata una giornata pesante, di quelle in cui vorresti solo prendere e partire per una dimensione diversa, per un'altra società, perchè quella in cui vivi sembra calpestare ogni istante tutto ciò in cui tu credi, tutto ciò che sei.
Poi scorrendo la bacheca di Facebook ho trovato un link postato dalla mia amica Gloria.
Me lo sono letto tutto di un fiato, ha sciolto la mia tensione e mi ha commosso ed emozionato perchè parla dei bambini.
E i bambini mi hanno fatto venire in mente il mio nonno che li guardava con uno sguardo pieno di amore. Quello stesso sguardo che rivolgeva, adorante, a me.
Non so spiegarvelo, ma quando passeggiavamo per strada e incrociavamo un piccolo, magari anche sconosciuto, il viso del nonno si allargava e il suo sguardo diventava gioioso.
E doveva fermarsi a fargli due moine.

Ho pensato di copiarlo qui, come un promemoria, perchè dice cose che andrebbero sottolineate con un evidenziatore capace di diventare, giorno dopo giorno sempre più fosforescente, cose che spesso a noi genitori sfuggono.

Meglio ricordare, no??


BLOG

Che cosa dovrebbe sapere un bambino di quattro anni?

Di recente guardavo una bacheca sull'educazione dei figli e ho letto il messaggio di una madre preoccupata perché suo figlio, di quattro anni e mezzo, non sapeva abbastanza cose. "Che cosa dovrebbe sapere un bambino di quattro anni?", chiedeva.

Sono rimasta non solo rattristata ma anche profondamente contrariata dalla maggior parte delle risposte. Una mamma postava una minuziosa lista di tutte le cose che suo figlio sapeva o era in grado di fare. Contare fino a dieci, elencare i pianeti, scrivere il suo nome e cognome e così via. Altre intervenivano sullo stesso tono, elencando tutte le cose che i loro figli - alcuni di soli tre anni - sapevano o erano in grado di fare. Poche altre rispondevano che ogni bambino si sviluppa in base ai propri tempi e che non era il caso di preoccuparsi.

Mi ha infastidito molto vedere queste madri che rispondevano a una mamma preoccupata elencando tutte le cose che i loro figli sapevano e il suo non sapeva ancora fare, facendola preoccupare ancora di più. Siamo una civiltà talmente competitiva che persino i nostri bambini in età prescolare sono diventati trofei e oggetti di vanto. L'infanzia non dovrebbe essere una gara. Perciò propongo una lista di quello che a mio avviso un bambino di quattro anni dovrebbe sapere.

1. Dovrebbe sapere di essere amato completamente e incondizionatamente, in ogni momento.

2. Dovrebbe sapere che è al sicuro, e dovrebbe sapere come restare al sicuro in pubblico, in mezzo agli altri e in varie situazioni. Dovrebbe sapere che può fidarsi del suo istinto riguardo alle persone, e che non deve mai fare qualcosa che non gli sembra giusto, a prescindere da chi glielo chiede. Dovrebbe sapere quali sono i suoi diritti personali e sapere che la sua famiglia li sosterrà.

3. Dovrebbe saper ridere, fare cose ridicole, essere ingenuo e usare la fantasia. Dovrebbe sapere che non è mai un problema colorare il cielo di arancione e disegnare gatti con sei zampe.

4. Dovrebbe sapere quali sono i suoi interessi ed essere incoraggiato a seguirli. Se non gli importa nulla di imparare i numeri, i suoi genitori dovrebbero capire che tra qualche tempo, quasi per caso, li imparerà, e intanto dovrebbero permettergli di dedicarsi a navicelle spaziali, disegni, dinosauri o a giocare nel fango.

5. Dovrebbe sapere che il mondo è magico e che lo è anche lui. Dovrebbe sapere di essere meraviglioso, brillante, creativo, amorevole e stupendo. Dovrebbe sapere che trascorrere la giornata all'aperto a creare collane di margherite, torte di fango e case per le fate è encomiabile quanto dedicarsi alla fonetica. Mi correggo: è molto più encomiabile.

Ma ancora più importante è la lista delle cose che i genitori dovrebbero sapere.

1. Che ogni bambino impara a camminare, a parlare, a leggere e a far di conto con i propri tempi, e che i suoi tempi non influiranno su quanto sarà bravo a camminare, a parlare, a leggere e a far di conto.

2. Che l'unica cosa realmente in grado di produrre buoni risultati accademici e alti punteggi nell'ACT (American College Testinig) è leggere ai bambini. Non cartelline didattiche, non libri di esercizi, non asili all'avanguardia, non giocattoli interattivi o computer, ma la mamma, o il papà, che ogni giorno o ogni sera (o di giorno e di sera!) si prende del tempo per sedersi a leggere al figlio un libro meraviglioso.

3. Che il più intelligente o il più bravo della classe non è necessariamente il più felice. Siamo così presi a tentare di offrire dei "vantaggi" ai nostri figli che stiamo consegnando loro delle vite dominate dallo stress e dal multitasking, come le nostre. Uno dei vantaggi maggiori che possiamo offrire ai nostri figli è un'infanzia semplice e spensierata.

4. Che i nostri figli meritano di essere circondati dai libri, dalla natura, da materiali per l'espressione artistica e dalla libertà di esplorarli. Molti di noi potrebbero sbarazzarsi del 90 per cento dei giocattoli dei figli senza che se ne senta la mancanza, ma alcune cose sono importanti: i giocattoli da assemblare, come i Lego o i blocchetti per costruzioni, giocattoli creativi, come tutti i tipi di materiali artistici (di buona qualità), gli strumenti musicali (quelli veri e multiculturali), abiti per travestirsi e libri, libri e ancora libri. (Tra l'altro molte di queste cose si possono comprare a buon prezzo nei negozi di articoli usati). I bambini dovrebbero anche avere la libertà di esplorare queste cose: giocare nel seggiolone con cucchiai di legumi secchi (sotto la supervisione di un adulto, ovviamente), manipolare il pane e fare pasticci, usare i colori e modellare la plastilina al tavolo della cucina mentre prepariamo la cena, anche se imbrattano dappertutto, avere un posto in giardino dove possono scavare liberamente il manto erboso per creare una buca di fango.

5. Che i nostri figli hanno bisogno di una maggiore presenza da parte nostra. Siamo diventati così bravi a dire che dobbiamo prenderci cura di noi stessi che alcuni di noi usano quest'idea come scusa per fare in modo che il resto del mondo si prenda cura dei loro figli. Certo, tutti abbiamo bisogno di fare un bel bagno senza che nessuno ci disturbi, di passare del tempo con gli amici, di concederci qualche stacco e avere qualche spiraglio di vita fuori dal ruolo di genitore. Ma viviamo in un'epoca in cui le riviste per genitori raccomandano di provare a dedicare dieci minuti al giorno a ogni figlio e di programmare una giornata della famiglia un sabato al mese. Così non va! I nostri figli hanno meno bisogno di Nintendo, computer, attività doposcuola, lezioni di danza, attività di gruppo e partite di calcio di quanto hanno bisogno di NOI. Hanno bisogno di padri che si siedono ad ascoltare le loro giornate, di madri che si uniscono a loro per svolgere insieme attività manuali, genitori che dedicano del tempo a leggere loro delle storie e a fare gli stupidi insieme a loro. Hanno bisogno che facciamo delle passeggiate con loro nelle sere di primavera, e non importa se i piccoli camminino a quindici metri all'ora. Meritano di aiutarci a preparare la cena, e non importa se ci vorrà il doppio del tempo e il doppio del lavoro. Meritano di sapere che per noi sono una priorità, e che amiamo davvero stare con loro.

E ora torniamo a quelle liste che elencavano le capacità di un bambino di quattro anni... So che è nella natura umana voler sapere come crescono i nostri figli rispetto agli altri e assicurarci che stiamo facendo tutto il possibile per loro. Qui troviamo una lista di cose che normalmente i bambini imparano o dovrebbero aver imparato alla fine di ogni anno scolastico, a cominciare dall'asilo. Siccome pratico l'istruzione domestica, ogni tanto stampo queste liste e controllo se c'è qualche lacuna lampante nelle conoscenze dei miei figli. Finora non ne ho trovate, ma a volte prendo spunto da quelle liste per qualche gioco da proporre o per qualche libro da prendere in biblioteca. Anche se non praticate l'istruzione domestica, le liste possono essere utili per vedere cosa imparano normalmente i bambini ogni anno e possono essere rassicuranti, indicando che tutto procede bene.

Se vi sembra che vostro figlio abbia delle lacune in alcune aree, cercate di capire che non è indice di fallimento, né vostro, né di vostro figlio. È solo che, per qualche motivo, quell'area è rimasta scoperta. I bambini imparano qualunque cosa gli venga sottoposta, e l'idea che tutto ciò che devono sapere sono quelle quindici cose a quell'esatta età è piuttosto sciocca. In ogni caso, se volete che apprendano quelle cose, trovate delle applicazioni pratiche, giocate con l'argomento e vedrete che vostro figlio lo imparerà naturalmente.

Contate fino a sessanta quando impastate una torta nel mixer e vedrete che lui imparerà i numeri. Prendente in biblioteca qualche libro divertente sullo spazio o sull'alfabeto. Fate esperimenti con qualunque cosa, dalla neve in cortile ai gambi di sedano per colorare il cibo. Tutto accadrà naturalmente, con molto più divertimento e molta meno pressione.

Ma i consigli che preferisco per i bambini in età prescolare sono su questo sito.

Di cosa ha bisogno un bambino di quattro anni? Di molto meno di quanto pensiamo, e di molto di più.

Questo post è apparso per la prima volta su A Magical Childhood.

http://m.huffpost.com/it/entry/4003472