giovedì 29 agosto 2013

Attese


Per sei anni ho preso il treno ogni weekend o a weekend alterni. Alla fine, ne avevo fin sopra i capelli di coincidenze, ritardi, treni persi,scioperi selvaggi e gente strane nelle stazioni.
Poi mi sono trasferita qui e per andare a Firenze si usava la macchina.
Ed il treno è iniziato a mancarmi.
E quando il vento di corina mi portava il suo rumore, mi veniva voglia di partire.

A Lorenzo sono sempre piaciuti i treni, forse come a tanti bimbi o forse, chissà, perché è stato il mezzo che ha unito me e suo padre.

La prima volta che lo ha preso con me per andare dai nonni e dallo zio è stato a Settembre del 2003, non aveva ancora tre anni.
A pensarci bene, ora, sono stata parecchio incosciente: 4 ore e mezzo di viaggio, con un cambio treno, uno zaino pieno zeppo sulle spalle e per mano un bambino curioso, eccitato e vivace. Molto vivace.
È andata bene perché per tutto il tempo è rimasto rapito a guardare fuori del finestrino. 
E ogni anno abbiamo ripetuto l'esperienza.

Siamo quasi alla vigilia di una nuova partenza, dieci anni dopo.
La linea è sempre quella, Foligno - Perugia, le coincidenze sparite, i treni sempre più scassati. 
Ma il paesaggio calmo e bellissimo. 
Passeremo nella Gola della Rossa, lungo il fiume Esino, poi a Fabriano e in Umbria, nella valle verdissima del Topino, faremo una sosta a Foligno e uno spuntino al bar della Stazione ( la parte che il boy aspetta di più! ).
Poi alla nostra destra vedremo Spello e Assisi, attraverseremo Perugia e la campagna e alla fine di una galleria ci troveremo il Trasimeno davanti con i suoi paesini, le spiaggette , i canneti e gli approdi.
Poi sempre a destra, distesa sul fianco della collina Cortona.
Da lì rivedo il mio paesaggio, quello coi cipressi, con le case toscane...poi Arezzo, il Valdarno, il Pratomagno.

In questi giorni ho avuto diverse cose da fare dopo le due settimane che Daniele è stato in ferie ed io con lui.
Ho ripreso la routine settimanale ed è stato piacevole perché penso che il boy è ancora in vacanza, perchè, se tutto va bene, possiamo tornare al mare un'altra volta sabato e/o domenica e perché andrò a casa.

Più si avvicina il momento di andarci, più realizzo quanto mi manchi.
Desidero passare del tempo con i miei genitori, mio fratello,sua moglie, la mia nipotina e le amiche.
Desidero rivedere i miei posti e sentirmi una di lì. Comunque, anche se non ci abito più.

Ed è un pensiero dolce, una sensazione come di un nuovo inizio, di fare il pieno in vista dell'inverno.
È come andare nella casa delle vacanze.



Ho fatto liste su liste, di cosa fare, di cosa cercare, di dove andare, di chi vorrei vedere...
Domani inizierò a preparare le cose, perchè nel weekend conto di starmene in spiaggia.

Controllo il meteo tutti i giorni per vedere come sarà il tempo e regolarmi col vestiario.
Quest'anno ci porteremo la valigia, basta zaini in spalla, sul punto di esplodere.
Il ragazzino è grande e ha più forza di me. 
O quasi.

martedì 27 agosto 2013

Staycation 2013



Questa forma di vacanza come dicevo qui http://nelmondodilu.blogspot.it/2012/06/staycation.html non è proprio una scelta, ma diciamo che ci calza a pennello.

Per fortuna che il mare è a mezz'ora di strada e ci si può andare anche solo per un pomeriggio, per fortuna che piace a tutti e tre anche se dopo un po' mio marito si stufa. A me, invece, non basta mai.

E per fortuna questa regione è disseminata di decine di centri medio piccoli che custodiscono veri e propri tesori storico-artistici quasi sconosciuti ai più.
Io stessa prima di trasferirmi qui, non avevo la più pallida idea di quanto sia straordinaria, varia e ricca la regione Marche.

Dunque la nostra estate, anche se non siamo stati in vacanza, è stata piena di cose da fare e da vedere ed è passata in un soffio.

Il vero spostamento è stato ad inizio di giugno quando siamo andati a Firenze, a casa, per il battesimo della mia nipotina ed io e Lorenzo ci siamo trattenuti per qualche giorno.





Poi siamo stati a Fermo per conoscere Elena e Giulia e dovremo tornarci perchè la città merita davvero una visita più accurata.





Un pomeriggio siamo stati a Fabriano



Una giornata in Montefeltro, a San Leo






Ferragosto con gli amici fra Genga e la campagna



Una gita nella provincia di Macerata
    a Caldarola



E a San Severino Marche



E i tanti momenti trascorsi in spiaggia, a Senigallia




Ecco, che dire? Niente male questa staycation!!

sabato 24 agosto 2013

Ehhhh, ma TU sei magra!!

Quante volte me lo sento dire, con un'intonazione il cui significato non vi so spiegare, ma così, ad istinto, non mi suona positiva.
Che poi, io vedo diverse ragazze/donne davvero più magre di me. E ad essere sincera io sembro molto più magra vestita che spogliata.
La verità vera è che sono piccina: non più di 1,55 mt per 42kg.
Alla nascita ero 2,6 kg e da bambina ho passato una fase in cui ero un po' rotondetta, poi dallo sviluppo in avanti mi sono assestata su un peso che è sostanzialmente rimasto quello, se si escludono i 10 kg presi in gravidanza.

Scrivo di questo perché spesso il mio peso, la mia corporatura, sono soggetti a fraintendimenti e male interpretazioni che mi irritano non poco.
C'è chi pensa che io non mangi, chi crede che io sia deboluccia e chi ancora ipotizza che mi manchi qualcosa.
Io penso di mangiare in modo sano, equilibrato e commisurato alle attività che svolgo e fra tutte le mamme che conosco, sono l'unica che in gravidanza era a posto col ferro e non ho dovuto assumere integratori neanche a termine.
Io, quella piccola.

Non mi abbuffo, non stramangio, mi controllo.
E non penso di essere fissata.
Mantengo il mio peso per due motivi, principalmente:
1) sono abituata a vedermi così, mi piaccio e avrei difficoltà ad accettarmi con altre forme. Lo farò quando il mio corpo cambierà inevitabilmente.
2) sono sana e convinta di costruire così la mia salute futura. Almeno penso di fare tutto ciò che è in mio potere.

Detto questo non ho nulla da insegnare a nessuno, non ho da far proseliti e non amo gli slogan tipo magro è bello e certe fesserie del genere.

Dico solo che non si può pensare di mangiare di tutto e di più e di non prender peso.
Molte donne se ne lagnano, ma mi sembra irragionevole.
Il nostro corpo ha bisogno del cibo, ma se quello introdotto è in quantità eccessiva rispetto all'energia che bruciamo nelle nostre giornate, si accumula e il peso lievita.
Non ci sono segreti, pozioni, diete miracolose. La sola regola per perder peso, in condizioni di salute normale, cioè in assenza di problemi endocrinologici o metabolici, è meno cibo, più moto.
Mi irrita che le persone intelligenti non lo capiscano...

Mangio di tutto, evito solo il fritto perché non lo digerisco. Per il resto sto attenta alle quantità.
Non potrei mai saltare la colazione che vario spesso per non annoiarmi ( latte e caffè sempre, poi biscotti o pane con marmellata o miele o Nutella oppure muffins o torte fatte da me) , faccio uno spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio con frutta o yogurt o latte e cereali o biscotti tipo gran cereale, mangio sempre 70/80 gr di pasta integrale o bianca a pranzo seguita da verdura e affettato o formaggio magro, a cena alterniamo carne rossa, carne bianca, pesce, uova, pizza o simili sempre don un contorno.
Bevo tanto, senza sforzo.
Non posso stare senza frutta, verdure e legumi, adoro i pani multicereale e quello toscano, di casa mia, mangio la cioccolata fondente, un paio di quadretti alla volta, quando è freddo anche tutti i giorni e non resisto al gelato.
E mi muovo, più che posso, cammino, parcheggio lontano e faccio yoga a casa, in salotto, guardando e seguendo dall'iPad i video che ho scaricato da YouTube.
Che tra l'altro sono in inglese, quindi mi esercito anche in quello!

Ehhh già, tu fai yoga! Vi informo che non è proprio una cosa priva di sforzo! All'inizio ci si sente tutti rotti, come se ci fosse passato sopra un trattore. Ma poi i muscoli si allungano, ci si può spingere un po' più in là, ma mai oltre il limite e toccare con mano la forza del respiro.
Io non ve la so spiegare. Bisogna provare.
Lo yoga è per tutti, basta rispettare il proprio corpo.
E non ditemi che lo yoga mi riesce perché: "ehhh, ma tu sei magra!!"



venerdì 16 agosto 2013

Ora come allora

Intorno a Ferragosto, quando i primi temporali rimescolano l'aria e cacciano via l'afa, la luce cambia, si ammorbidisce ed io sento aria di Settembre, di Firenze. 
Mi piace assaporare questa aria frizzante, vivere consapevolmente i giorni che ancora restano da trascorre pigramente sul mare ad annusare l'aria, sentire il calore del sole, l'odore del salmastro e fare scorta per l'inverno che per me, è sempre troppo lungo.




Ma mentre sono immersa in tutto questo, inizio a pensare a Firenze, a cosa vorrei fare, dove andare, chi vedere quando ci andrò a Settembre.
Me la vedo davanti agli occhi, come se ci stessi fisicamente passeggiando, con la sua luce, l'atmosfera, le vibrazioni, i suoni, gli odori...
Lo so, sembro pazza.
Ma è una cosa che mi succedeva anche da bambina/ ragazzina quando passavo tutto il mese di Luglio a Viareggio.
Adoravo il mare; le giornate lunghissime trascorse in spiaggia dalla mattina presto fino quasi alle 8 di sera, non mi stancavano mai, non provavo mai noia e non posso neanche dire che sentissi nostalgia di casa.
Ma nell'ultima settimana, seduta sul davanzale del bar del Bagno Milena col mio cono Palla come merenda, al luccichio del sole sul mare che fissavo sempre, si sovrapponevano le immagini della mia Firenze.
E mi ritrovavo a pensare a tutte le cose che avrei fatto ad Agosto nella città deserta: la spesa presto al mercato di Sant'Ambrogio coi nonni, le passeggiate per le strade assolate, i negozi chiusi per ferie e la città che dopo Ferragosto, giorno per giorno,si ripopolava e tornava ad essere quella di sempre.

Forse sapere che a casa mi aspettavano delle cose da fare, delle esperienze da vivere, era un semplice meccanismo inconscio per gestire meglio il distacco dal mare.
Perchè andarmene mi dispiaceva tantissimo.
Proprio come ora mi dispiace che finiscano l'estate e il tempo da trascorrere in un ambiente che mi fa sentire straordinariamente bene, viva e recettiva.


Così sto già progettando di visitare il Bargello e la chiesa di Santa Maria Novella. Chi ci viene con me??



            Foto trovata in rete

              Foto trovata in rete

                Foto trovata in rete

sabato 10 agosto 2013

Stelle cadenti

Non andiamo praticamente mai a vedere le stelle cadenti.

                    Illustrazione trovata in rete

Ma 13 anni fa lo abbiamo fatto con delle coppie di amici, su una collina qui vicino, all'Acquasanta.
Siamo entrati in un grande campo dove c'erano ancora i fusti rinsecchiti, ma sempre fieri, dei girasoli.
C'era profumo di terra asciutta ed erba secca.
E tanti grilli cantavano.
La strada era vicina ma la collina un po' in discesa teneva lontani luce e rumori.
Io e Martina abbiamo steso i teli da spiaggia (per noi mare e terra si son sempre allegramente mischiati) e ci siamo messe giù, belle comode.
Noi e le nostre panciotte di quasi 5 e 7 mesi.
Ma solo a fine Agosto avrei scoperto che dentro c'era...LORENZO !!
Buona notte di San Lorenzo!
Esprimete tanti desideri!








venerdì 9 agosto 2013

Perché io son buona e cara, però...

Oggi è uno di quei giorni in cui, ad essere onesti, dovrei scavare e grattare un po' di roba. Ma non ne ho voglia.
Quindi racconterò di una cosa che ho fatto e di cui vado, ebbene sì,  molto orgogliosa perché sono riuscita a tirare fuori, a modo mio, il carattere.

Dunque noi viviamo in una palazzina composta di 5 appartamenti, 3 più piccoli, uno dei quali è il nostro, a piano terra rialzato e 2 più grandi , che stanno sopra.
Una delle signore che abitano su, ha abbellito il suo lungo terrazzo con grandi vasi di gerani, agganciati alla ringhiera e sporgenti all'esterno.

                             Foto trovata in rete

È normale che col vento e con la pioggia petali e foglie caschino giù sulle nostre scalette di accesso.
I problemi veri sorgono quando la signora ripulisce le piante da fiori e foglie secche, perchè non solo non toglie i vasi e fa il lavoro sul suo terrazzo, ma getta così, in assoluta tranquillità, il seccume di sotto. Da noi.
Di solito il giorno dopo che ho pulito e lavato le scalette.
E così mi armo di scopa, paletta e straccio e butto tutto nel nostro compost.

Solo che l'altro giorno, m'è girato il pallino, non so, sarà stato il caldo. 
Ho tolto tutto come sempre ma ho preso un po' di seccume e l'ho infilato nella cassetta della posta della signora di sopra.
A buon intenditor, poche parole.

mercoledì 7 agosto 2013

Vacanze estive

Come più volte ho detto, noi siamo quelli della staycation.
Soldi non ce ne sono, quindi per noi le vacanze estive trascorrono così: a Giugno, finita la scuola, io e Lorenzo andiamo qualche giorno dai nonni a Firenze e ci torniamo ad inizio settembre prima che ricomincino le lezioni. Per il resto approfittiamo del mare di Senigallia, raggiungibile in circa mezz'ora da casa nostra.
Mesi tranquilli, rilassati, nei quali la routine cambia, non ci sono grossi orari, il boy va qualche settimana al centro estivo e il pomeriggio trascorre del tempo, anche da solo, ai giardinetti del circolo di Scorcelletti.
Ma c'è un MA, un problema, diciamo così.
Sono i compiti delle vacanze...
Chiariamo subito che non ho niente in contrario circa l'assegnare dei compiti da svolgere in questi 3 lunghi mesi di stacco: sono un modo per restare in allenamento e per occupare una piccola parte della giornata. Non so i vostri figli, ma il mio dopo un po' si annoia e qualche pagina di compito non sono una tragedia. Anzi.
Il problema è la quantità.
I compiti delle vacanze sono TROPPI.
Vi dico solo che quest'anno ha assegnato i compiti anche il prof di religione...e per Arte e Tecnologia deve studiare parecchie pagine che fanno palesemente parte del programma dello scorso anno scolastico.
E qui ribadisco con fermezza che, secondo me, sarebbe molto più saggio fare i programmi ministeriali come Dio comanda, anzichè perdersi in tutti quei progetti che sono tutto fumo e niente arrosto, ma di cui, a quanto pare, la scuola si riempie tanto la bocca.
Dunque, non solo le insegnanti ci vanno giù con la quantità, ma qualcuna ha anche la brillante idea di dire ai ragazzi di eseguire i compiti dopo Ferragosto, sennò per il ritorno a scuola avranno scordato tutto!
Mio figlio si lamenta. E giustamente. Ha lavorato tantissimo durante l'anno, anche nel weekend quando incastrare studio, riposo, tempo libero, catechismo e Messa richiedeva non poca fatica. E impegno non solo suo, ma anche nostro.
L'ho fatto riposare del tutto, senza toccare libri per alcune settimane, ma ogni giorno è una lotta per fargli fare qualcosa. E so che non li finirà tutti per settembre.
Insisto ogni giorno, ma onestamente lo capisco. È come se uno nelle due settimane di ferie, per qualche ora al giorno dovesse comunque sbrigare del lavoro.
Vi incazzereste? Tornereste al lavoro più stanchi di prima? Io purtroppo credo di sì.
E lo stesso vale per lui.
Ha preso tutti 8, 9 e 10 in pagella.
I compiti delle vacanze non potrebbero essere adeguati al rendimento che lo studente ha??
Lo so, sto sognando una scuola che non c'è!
E voi, come siete messi a compiti coi vostri figli??


Questi sono SOLO i compiti di Inglese...


lunedì 5 agosto 2013

Bambine bambine

Sono una monomamma, di un maschio per giunta, quindi forse la meno titolata a dire quello che sto per dire.
Fin da quando si è fatto sentire in me il desiderio di maternità, ed ero piccola, (chiedetelo al mio primo ragazzo!) ho sempre pensato ad un figlio maschio. E il caso ha voluto che sia arrivato.
Forse è per questo che ho sempre osservato le femminucce e mi son chiesta con grande curiosità come sia crescerne una.
E continuo a guardarle, ma spesso quello che vedo non mi piace...lo so, qualcuno dirà non hai una figlia, non sai come è crescerla, i problemi che ti pone...magari è vero, però so esattamente quello che farei con lei e chi mi conosce un po' sa bene che lo metterei in pratica.

Lascerei che si vestisse un po' così, come le piace, anche scoordinata e approssimativa, con vestiti comodi creati per il corpo di una bambina, perchè sembri una bambina e non una donna un po' provocante in miniatura, che si mettesse una borsetta a tracolla troppo grande per lei, sembrando buffa, le farei dipingere le unghie per gioco, non insegnandole a farlo bene e neppure come se fosse una manicure, non ci sarebbero mini trucchi, lucidalabbra e scarpette con la benchè minima ombra di tacco.
Vorrei che fosse una BAMBINA BAMBINA, felice e libera di essere tale.
Avrà tutto il resto della sua vita per preoccuparsi di cosa mettersi, degli abbinamenti, degli accessori, di apparire bella, di essere sempre in tiro, di conformarsi ad un modello e ai desideri di qualcun altro, di rispondere alle aspettative.
Pensateci mamme, lo fate per loro o per voi stesse??

Ho visto, per fortuna, delle vere bambine, gioiose e bellissime senza essere dei manichini.

Mi sembra chiaro cosa non mi piace, no?
Era già da un po' che volevo scriverlo, mi sono decisa dopo aver visto alla cena di venerdì sera una bambina di meno di sei anni con sandaletto con piccolo tacco, pantaloni capri con vita bassa, top a fascia con pancino rigorosamente di fuori e una acconciatura complicatissima e sofisticata.
Troppo per lei.
Che te ne frega, dirà qualcuno.
Forse. Ma queste saranno le donne di domani...


giovedì 1 agosto 2013

Eredità lontane

In casa Rufini la cucina era della nonna Lea, affiancata dalla mamma nei weekend.
La nonna secondo me, non amava cucinare, lo faceva per necessità e non mi ha mai insegnato a farlo.
Intenzionalmente, intendo, perché quando preparava ragù, pommarola, fagioli all'uccelletto, panzanella, pappa al pomodoro, roast-beef, pollo alla cacciatora, spezzatino, trippa in umido o in insalata d'estate, panzanella, buglione di verdure, minestra di ceci o fagioli, zucchine tonde ripiene, io la guardavo e qualcosa ho appreso.

Anche io inizialmente non avevo interesse per la cucina, ma quando Lorenzo ha iniziato a frequentare la materna, io mi sono trovata con tanto tempo a disposizione e ho cominciato a riempirlo facendo esperimenti in cucina.
In breve ho capito che mi piaceva, che ero portata e che riuscivo bene.
Cucinare per me vuol dire tante cose: è esprimere amore per le persone per le quali cucino, in primis me stessa, dare sfogo alla creatività, è qualcosa che mi calma, mi fa sentire centrata e mette ordine nei miei pensieri, come lo yoga e la mia attività di volontaria in biblioteca.

Spesso mi sono chiesta, senza trovare risposta, da chi potessi aver ereditato questa inclinazione alla cucina, questa passione.
E un giorno mi si è accesa la famigerata lampadina: da Ismena, la zia materna della mamma.
Lei abitava a Montalcino, ci andavamo ogni tanto nel weekend e stavamo da lei per qualche giorno in più coi nonni, durante il mese di Agosto.



                                  Foto tratta dal web: Montalcino


Il fulcro della sua grande casa in paese era la cucina dove lei trascorreva gran parte del tempo: c'era un grande camino, enorme, sopratutto ai miei occhi di bambina, sempre acceso in inverno, con una gran cappa. Alla sua sinistra una porta bianca si apriva su una scala, in parte adibita a dispensa, che conduceva alla soffitta.
Quando Ismena cucinava si dedicava completamente a questa attività, poteva prender fuoco la casa, ma lei non si sarebbe mai allontanata da quella stanza.
Cucinava senza affanno, in scioltezza, con piacere, anche cose lunghe e complicate, anche all'ultimo minuto.
Io ricordo distintamente il profumo del sugo, del vino sfumato che ti accoglieva entrando in casa, già mentre salivi le scale.
Faceva la sfoglia in quattro e quattr'otto: guardavo rapita la fontana, le uova rotte, il suo modo di inglobare velocemente uova e farina con la forchetta e l'altra mano che girava intorno alla fontana, quasi accarezzando la farina. Poi stendeva la sfoglia, veloce, con movimenti precisi e adagiava questi lenzuoli giallo chiaro sui letti gemelli in una delle camere, per farli seccare un po'.
Quindi con un coltello dalla lama molto sottile e molto vecchia creava tagliolini, tagliatelle, capellini per il suo brodo.
Per me era una maga, capace di creare delle cose meravigliose e preziosissime: il brodo, appunto, la scottiglia, il cinghiale in dolce e forte, il coniglio, gli arrosti, le marmellate, i funghi, i sott'oli, i dolci semplici e gustosi.

Mi dispiace non avere le sue ricette; se oggi fosse viva, vorrei sapere tutto da lei, avrei mille domande, vorrei che mi insegnasse tutto. Ma allora ero troppo piccola, una bambina davvero e quando ero più grande, purtroppo non ero interessata. Oggi mi mangio i gomiti!!

Non mi ha mai raccontato molto della sua vita, ma da quello che ho saputo via via dalla mamma che ha vissuto con lei e suo marito per tanti anni, era una donna un po' sui generis per i suoi tempi: fumava, guidava, prendeva parte alla caccia al cinghiale...era un'ottima cuoca, conosceva le cose della campagna, ha avuto dei cani, era bravissima con l'uncinetto, amava le piante, aveva la casa piena di cose antiche che a me allora sembravano solo vecchie.

I giorni trascorsi da lei a Montalcino significavano per me l'immersione totale in un mondo molto diverso dal mio, da quello di città.
Anche se ero piccina, capivo bene che lì la natura, gli animali erano più vicini, più a portata di mano, che la dimensione di quel mondo era più piccola, silenziosa, più lenta, affascinante per me. Già allora.
E forse non è un caso che abbia tanto apprezzato queste caratteristiche quando le ho ritrovate qui, a Scorcelletti, che le abbia sentite, in un certo qual modo, familiari, che le abbia come riconosciute.
Con il nonno Mario facevamo delle camminate infinite su e giù per il paese, per comprare il pane, le pizzette, gli spumini, gli ossi di morto e i cavallucci alla Pasticceria Mariuccia.
Il nonno anche lì era il mio Cicerone!!




                             Foto tratta dal web: Montalcino

Aspettavo tutta eccitata come solo i bambini sanno esserlo, la passeggiata dal paese alle Carbonaie, giù per la collina, lungo uno stradello in mezzo ai campi, con un sacco di piantine di finocchio selvatico con quegli ombrellini bianchi e profumati.

Ma il momento più atteso era la "gita" al podere di San Lorenzo.
Quella per me, bambina sotto i 10 anni, era un'altra dimensione, dove potevo diventare completamente libera e un po' selvatica.
Una dimensione in cui si entrava lasciando la strada asfaltata e imboccandone una sterrata. Era estate e si sollevava un gran polverone.

Ricordo che mi incollavo a Luciano, mio coetaneo, lo seguivo come un'ombra e volevo fare tutto quello che faceva lui.
Senza ovviamente riuscirci, perchè non lo sapevo fare, mi mancava l'abitudine.
Ma mi divertivo, oh se mi divertivo!!
Galline, piccioni, le mucche nella stalla e laggiù in fondo all'aia una Vecchia Fiat 850 senza pneumatici, appoggiata su dei mattoni e noi liberi di starci dentro.

E la merenda generosa, in quella grande cucina, lassù in cima alla scala, con quel formaggio pieno di carattere, quel prosciutto asciutto, pieno di sapore, il pane croccante.
E i bicchieri di vino rosso, così scuro da sembrarmi quasi nero!
Ce ne andavamo sempre carichi di ottimo cibo ed io mi sentivo felice. Di certo più libera che ai giardini!!

Quando ripenso a San Lorenzo vedo la foto di mio fratello, seduto con le sue gambe magroline su un albero di susine.

Se vi ho incuriosito, fatevi un giro qui   http://sanlorenzomontalcino.it/prova-mani/
Luciano, il bambino con gli occhi vispi, è cresciuto e sta facendo un eccellente lavoro.
E io conto di tornare, prima o poi, a vedere quei posti. Per sentire il profumo!

Oggi aggiungo queste foto così il post è veramente completo!!
Ringrazio Luciano per aver ripescato queste immagini ed avermele mandate: hanno reso più tangibili i miei ricordi!