venerdì 31 maggio 2013

A zonzo per Firenze 7: la piazza con tre lati e quattro stili. E muffins con melone e banana

Se visitate Firenze, vi suggerisco di andare a vedere Piazza Santa Trìnita. Trìnita sì, con l'accento sulla prima "i" perchè i fiorentini pronunciavano questa parola sdrucciola derivandola dal nominativo latino Trìnitas.

Questa piazza che si apre fra via Tornabuoni e l'Arno, ha una forma atipica, quasi triangolare e sui suoi tre lati si affacciano quattro costruzioni in stili diversi.



mercoledì 22 maggio 2013

Ma la maturità, quando arriva???

Prendi 5/6 amici ( sono loro a definirsi tali ), stessa età, stesso quartiere, stesse scuole, stessi giochi all'aria aperta.
Una ventina di anni fa decidono di trovarsi una sera alla settimana per giocare a poker, piccole cifre eh, che nessuno di loro è re Mida!!

Poi qualcuno si fidanza, qualcuno si sposa, nascono i figli, chi ne ha uno, chi due e chi addirittura tre.
E loro continuano a trovarsi settimanalmente da settembre a giugno per giocare, stare in compagnia, dire un paio di bischerate. E tu magari fai anche loro una teglia di biscotti. Per dire.
E una volta all'anno si organizza un pranzo con mogli e figli.


lunedì 20 maggio 2013

Di città e piccola provincia

Come sapete sono nata e cresciuta in città. Non una città qualsiasi, ma Firenze. Eh sì, lo so, per me è l'ombelico del mondo e forse esagero, ma se solo sussurri a qualcuno il nome della mia città, vedrai illuminarglisi gli occhi.




martedì 7 maggio 2013

Cresima e riflessioni

Domenica scorsa c'è stata la cresima del boy ed è stata occasione di varie riflessioni.

Prima di tutto sul  concetto di religione. Il mio. Sono cresciuta in una famiglia praticante e la parrocchia è stata, dopo la scuola, la prima "società" che ho frequentato. Ci sono sempre andata volentieri e con gioia perchè era un ambiente meraviglioso nel quale ho ricevuto amore a palate. Non si andava solo alla Messa e al catechismo, ma ci si trovava per giocare, chiacchierare, passare il tempo e fare piccole cose per la comunità.

Lì non sono stata indottrinata; sono cresciuta, ho acquisito fiducia in me stessa, sono stata responsabilizzata e lasciata libera di fare le mie scelte, ricevendo affetto, in ogni caso.

Con gli anni mi sono allontanata da quel modo di essere cristiana e credo proprio di esser diventata una praticante sui generis. Ma quei valori hanno continuato ad essere dentro di me e hanno guidato anche la mia vita di laica.
Ho avuto Lorenzo da convivente.
Mi sarei sposata in chiesa, ma mio marito non voleva saperne ed io non ci ho provato nemmeno a convincerlo perchè non avrebbe avuto nessun senso, nessun valore a quel punto.

So che vivere il cristianesimo prevederebbe altre scelte di vita, ma in un certo senso è come se la mia condotta, seppur laicizzata, non si fosse mai discostata da quella strada sulla quale sono stata messa e mi son lasciata guidare fin da bambina.

Quando è nato Lorenzo, Daniele mi ha detto che potevo scegliere se battezzarlo oppure no ed io ho deciso di farlo perchè desideravo che facesse un'esperienza simile alla mia.
Degli anni in parrocchia ricordo al di sopra di ogni altra cosa la serenità, il rispetto, la tranquillità e la GIOIA con la quale ci accoglieva a braccia aperte il nostro parroco ogni volta che ci incontrava.
E' la stessa gioia che mi hanno espresso i suoi occhi quando, testimone di nozze di un'amica, gli ho detto che sarei diventata mamma, la stessa di quando ha battezzato Lorenzo e di quando vado a trovarlo quando capito a Firenze.

Quella stessa gioia che ho sentito fra i cipressi e gli ulivi ad Assisi e che provo quando entro in una chiesa.