martedì 19 febbraio 2013

Scuola

Ho sempre avuto un profondo rispetto per la scuola perchè così mi è stato insegnato e perchè ho trovato una scuola che il mio rispetto se lo è conquistato sul campo. Così , quando Lorenzo ha iniziato la   primaria, ero piena di entusiasmo e pronta a vivere una bella esperienza, tipo quella mia. Che delusione...entusiasmo e speranza sono ai minimi storici.
Chiunque abbia un figlio a scuola, dalla primaria in su ( la materna per me resta un'isola felice ) , sa bene di cosa parlo, non ho fatto una gran scoperta. La scuola è una realtà dai mille volti, mutevole di aspetto secondo l'incontro e l'interazione di più variabili come il corpo docente , il/la dirigente, i genitori, il luogo, il tessuto sociale...Io aggiungo anche la buona stella .

foto tratta dal web




Che mi piaccia o no , e mi piace poco, la scuola è lo specchio della società e più passa il tempo e più ne vedo e più ne sento, più mi convinco che questa situazione nasca dalla sinergia negativa fra insegnanti e genitori: ci sono responsabilità, pregi e difetti da entrambe le parti. Sorvolo su certi discorsi che ho sentito fare ai genitori, sui corsi di madrelingua che si fanno nelle ore curricolari tralasciando così il programma di base, sui progetti con enti esterni, interessanti, sì ma che fanno perdere ai professori un sacco di ore non più recuperabili ( lo dicono loro alle riunioni ) , sugli zaini che pesano una tonnellata, su verifiche che vertono su 40/50/60 pagine lette in classe e mai fatte studiare a casa, su voti dell'orale non detti all'alunno perchè c'è la privacy e su valutazioni che il singolo avrà in pagella comunicate davanti a tutta la classe, su una prof che si incazza come una biscia (cit.) perchè i soliti fanno casino e non la fanno andare avanti ( cosa inconcepibile per me!! ) , sui compiti di punizione collettivi, sull'incapacità di tenere in molti momenti calma e ordine, sulle situazioni che palesemente sfuggono di mano...

Racconto 2 episodi che sono capitati a me. E chi mi conosce sa che racconto quel che è stato. Dovete fidarvi.
Lorenzo è sempre stato riservato, timido e timoroso, studioso e per questo preso in giro, incapace di reagire anche a parole perchè temeva che la sua reazione, se vista, venisse punita e già qui per me c'è una mancanza da parte delle insegnanti, ma vabbè

La scorsa primavera, colloquio individuale con una prof, mi dice che Lore nelle sue materie è bravissimo, ma cervellotico, che lo vede un po' chiuso, isolato dagli altri, escluso. Mi chiede se ha problemi coi compagni. E io come una scema le racconto che giorni prima mi aveva chiesto di aprire un account su FB, perchè gli altri lo avevano e gli chiedevano perchè lui no. Io a Lore ho spiegato tutti i nostri dubbi e la scelta negativa in proposito e lui a malincuore aveva capito. E lei mi fa : "Ma sa, questa età è delicata ( ma va?? ) , si sentono esclusi facilmente e dovete concedere loro qualcosa per non farli sentire ghettizzati. "
Sono rimasta basita, poi ho sentito un'ondata di calore salirmi su dai piedi come quando avevo gli attacchi di ansia ( no buono ), e lei continuava a dirmi che dovevamo farlo stare di più con altri ragazzini, andare che so agli scout..."  glielo dico io se vuole signora, lo convinco io ". Al che non ci ho visto più. Ho fatto l'inspirazione più grande e più yogica che potevo. Le ho detto di non pensarci nemmeno e che spettava solo a me e a mio marito decidere cosa concedere e cosa no e che  FB era escluso. Punto. Sono uscita da lì furibonda e tremante e ho anche litigato con mio marito perchè secondo lui non avrei dovuto parlare della faccenda di FB ma solo del profitto.
 Io però sono cresciuta con l'idea che l'insegnante sia un alleato del genitore nella crescita del bambino/ragazzo e che quante cose più sa di lui, tanto meglio è.  Per me è stato così;  non si va a scuola solo per imparare e per avere un voto, si va per crescere. E' un percorso lungo che passa attraverso molti messaggi...la scuola non può insegnare ai ragazzi che la felicità, il sentirsi bene  sta nell'omologazione, nel fare quello che fanno tutti perchè sennò si è degli emeriti imbecilli retrogradi. Non serve chattare, ci si può vedere. Senza contare poi due cose, piccole eh!!

1 ) L'accesso a FB e alla sua chat comporta pericoli che non sto qui a dirvi perchè li conoscete, giusto??

2 ) L'iscrizione a FB a 11/12 anni è VIETATA e non tollero che mi venga suggerito da un'educatrice di far fare a mio figlio una cosa che non deve essere fatta per evitare che si senta escluso. Io non insegno a mio figlio a falsificare le generalità e gradirei non lo suggerisse un membro della sua scuola.
Non ultimo vorrei avere la libertà di decidere come mi pare e piace sul metodo di crescere ed educare mio figlio. Se ho bisogno di uno psicologo per una consulenza me lo vado a cercare fra chi ha studiato quella materia. Non da chi si atteggia.

L'impresa vera è stata non dire nulla a mio figlio e mordermi la lingua ogni volta che mi nomina questa prof che a lui piace. Non ho niente da eccepire da un punto di vista didattico, ma come educatrice per me vale meno di zero e d'ora in poi ai colloqui ci sarà spazio solo per gli aspetti tecnici, mi rifiuto di affrontare altri argomenti .

Poi a Dicembre Lorenzo è tornato a casa con un bel livido fresco su un avambraccio, ricevuto così, senza aver fatto niente da uno di questi ragazzotti ripetenti che fanno casino a tutte le ore e tengono in scacco alcune insegnanti. Quando Lore si è ribellato assestandogli a sua volta un pugno sul braccio, la prof presente in quel momento lo ha guardato storto e non potete capire quanto ci sia rimasto male mio figlio.

Sono andata a lamentarmi con quella prof ( quella di Fb ) e mi ha risposto che non mi devo preoccupare, che la situazione è del tutto sotto controllo ( fino al giorno in cui chi subisce non si arrabbia di brutto e prima o poi succede)  e che questi sono episodi a cui io e mio figlio dobbiamo abituarci perchè quando prenderà la corriera per frequentare la scuola superiore a Jesi ci sarà qualcuno che darà fastidio... certo capiterà, ma nella scuola dell'obbligo questo non è ammissibile perchè le insegnanti dovrebbero impedirlo.

foto tratta dal web

Cosa ho risolto??? Niente.
Ormai sono arrivata al punto che me ne sbatto, perdonate la finezza, faccio come fanno tutti, visto che va tanto di moda. Sto dietro a mio figlio, lo seguo, lo ascolto, lo sprono, gli spiego le cose di scuola e non dovrei. Spero che vada a scuola sereno, che capisca perchè è tanto importante studiare, prego che la sua mente si apra, che sappia andare controcorrente, che eviti la pecoronaggine come la peste nera, che non si senta infelice perchè studia, perchè studiare è una ricchezza, non è una diminutio e la più grande possibilità per essere indipendenti nel pensiero. Più cose sai più sarà difficile che qualcuno venga un domani e ti obblighi a fare quello che dice lui...

Scusate se vi ho ammorbato ma è tanto che volevo scrivere di tutto questo.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te parola per parola... e neanche me ne stupisco. La cosa che mi fa più male e che ci fanno arrivare al punto di dire apertamente "Me ne sbatto!" ... Come sai noi abbiamo iniziato la prima elementare quest'anno e mi sono servite poche settimane di scuola per capire che la scuola, noi genitori, ci lascia soli, che i maestri e i professori non sono un supporto per noi nell'educare i nostri figli...e che ai nostri figli viene già insegnato a 6 anni che chi ruba in classe non viene punito, che i più bravi sono penalizzati perchè i maestri devono tentare di fermare i danni provocati dai terribili e ... potrei scrivere un poema! Sono amareggiata perchè il mondo in cui viviamo non assomiglia neanche lontanamente al mondo in cui sognavo di far crescere i miei figli e il mio entusiasmo per cambiarlo questo mondo è ormai scemato e sono arrivata anche io a dire "Me ne sbatto" seguo i miei figli e vivo per me e per loro...e tutto il resto non conta più...

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    1. Purtroppo Fabrizia è un discorso più grande di noi, è la società. Io mi sono arresa. Parzialmente. La sola cosa che posso fare è andare avanti seguendo la mia linea, insegnandola mio figlio le uniche cose che posso insegnarli perchè sono qelle che sento mie e giuste. Magari se siamo diversi a pensarla così e a fare così, forse e ripeto forse una speranza di cambiamento può esserci.

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