mercoledì 8 ottobre 2014

Ama e fa ciò che vuoi o anche L'amore è amore

Ci sono argomenti che mi stanno molto a cuore, mi fanno pensare e riflettere praticamente ogni giorno ma  in genere evito di parlarne. Non perché mi vergogni delle mie idee o abbia paura ad esporle, ma perché non mi sento all'altezza, in grado di sviscerare il problema, andare a fondo, capirne bene ogni piega, ogni aspetto nascosto. Quello che potrei dire verrebbe dalla mia pancia, dalla mia emotività. Mia croce e delizia, da sempre. E certe volte, benché io cerchi il supporto del ragionamento, di fronte a certi temi, la pancia continua ad avere la meglio.

Nelle ultime settimane mi sono fortuitamente imbattuta nello stesso tema/argomento, quasi mi rincorresse. Come è successo anche ieri mattina quando nella timeline di Facebook, Barbara ha postato il link a questo video e dopo che mi è frullato e rifrullato in testa tutto il giorno, ho pensato di fare un'eccezione e tirare fuori quel che penso...



Non chiedetemi approcci filosofici, religiosi, antropologici, culturali all'argomento. Non sono preparata. In casa mia di omosessualità non si è mai parlato apertamente forse perché eravamo fatti così e basta, o forse perché la presenza dei miei non più giovanissimi nonni impediva in certo qual modo che lo si facesse. Nonostante questo e nonostante il fatto che io sia stata cresciuta in una famiglia, in un ambiente cattolico e praticante, non ho mai percepito l'omosessualità come un peccato, una colpa, una malattia, una vergogna o una cosa contro natura. Mai.
Ero piccola ma me lo ricordo bene che ciò che sentivo nelle parole, nelle omelie del mio parroco era gioia. La religione che mi (ci) ha insegnato non era cupa, punitiva, incentrata sulla colpa e sul peccato, ma sulla felicità, la bellezza di tutto ciò che ci circondava, l'amore. E il rispetto.
In tutta onestà, non vedo in che modo possa recarmi danno o offesa se due persone dello stesso sesso si amano. Se si sentono una famiglia, se desiderano vivere insieme, trasmettere il loro amore. Se provano quello che io e il mio compagno provavamo l'uno per l'altra. Già, perché anche noi siamo stati per diversi anni degli "irregolari". A dirla tutta questa irregolarità noi non l'abbiamo mai percepita, io da convivente e mamma non mi sono MAI sentita diversa dalle mie amiche regolarmente accompagnate e genitrici. Non sono le etichette a fare le persone, ma ciò che sono.
Nella fattispecie non vedo perché le coppie omosessuali non possano adottare dei bambini. Certo, mi si dirà, un bambino per crescere bene, sano, equilibrato, ha bisogno,accanto a sé di una figura maschile e una femminile. Manco di conoscenze psico-pedagogiche, confesso e sto per dire un'ovvietà gigantesca ma ognuno di noi ha sotto gli occhi figli di coppie "normali" cresciuti in maniera disgraziata, tormentata, infelice. Comunque. Nonostante abbiano un padre e una madre a seguirli fin dalla nascita. Un maschio e una femmina, mi spiego?
L'adozione non è una passeggiata e le coppie che percorrono questa via, peraltro lunga, mi sono sempre sembrate eccessivamente messe sotto esame, passate sotto una lente d'ingrandimento grossa così, alla ricerca della più piccola, infinitesimale incapacità genitoriale. Le altre coppie invece concepiscono e zac, sono genitori. Magari scellerati, ma mai analizzati  a priori da nessuno.
E poi avete notato il senso di superiorità, di giustezza, di menefreghismo di chi, per sua fortuna, non per merito o bravura, si trova nella situazione normale, regolare, socialmente accettata o più semplice?? 'Azzo me frega a me! Mica è un problema mio! E via per la mia strada.

Sarà che io sono una semplice, una sentimentale, ma io penso sempre ai bambini, alla loro felicità, alla possibilità di avere una vita migliore con una coppia serena, stabile e responsabile. Sia essa omosessuale o etero. Ci ho pensato spesso, ho fatto da me e per me l'avvocato del diavolo, ho cercato di guardare in tutte le direzioni, i pro e i contro. Ma non ho trovato una superiorità assoluta dell'una sull'altra. È inutile fare i cinici. L'amore esiste e fa la differenza. Non la sessualità delle persone.

E sì, sì, lo so, è solo uno spot creato ad arte per vendere cereali pieni zeppi di zuccheri...

P.S. Una cosa però vorrei dirla: sono stufa di vedere in tv omosessuali ridotti sempre a macchiette. È sciocco e controproducente. Sarebbe meglio, a mio avviso, che non si prestassero a questo giochino.

E poi scusatemi, ma prima di pubblicare il post mi è venuta in mente una cosa da aggiungere e ormai devo dirla: chi davanti all'omosessualità storce gli occhi, il naso, la bocca e tutta la persona e trancia giudizi di una violenza e cattiveria inenarrabili, dovrebbe prima di aprir bocca o digitare, fermarsi a pensare che un domani potrebbe scoprire che il figlio o la figlia sono omosessuali. Vedi allora come cambierebbero le cose...

2 commenti:

  1. Il tuo ultimo pensiero è anche il mio. Prima di condannare qualcuno per qualcosa che non può cambiare, bisognerebbe vivere la stessa esperienza oppure, qualcuno a te vicino a cui vuoi bene la stia vivendo, allora cambia la prospettiva, cambia il modo di vedere e di pensare.

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