Il primo amore non si scorda mai, sentivo dire da bambina. Facevo spallucce e pensavo, sì, stai a vedere...stai a vedere che è vero, dico ora, a una manciata di settimane dai 46 anni!
Io me lo ricordo eccome il mio primo (vero) amore.
Spesso.
Senza neanche evocarlo.
Viene a trovarmi da sé con le cose che penso, sento, vedo, incrocio, ascolto nella vita di tutti i giorni.
Quando affronto una curva e mi vengono in mente le sue parole per insegnarmi a guidare bene.
Quando frigno per ogni piccola cosa, bella o brutta, basta che sfiori il mio cuore, e penso che nessun soprannome mi calzerà mai più a pennello di quello che lui coniò per me, Cipolle In Tasca, la sua piccola squaw.
Piccola sul serio visto che era alto circa 30 cm più di me.
Quando sento dire Facoltà di ingegneria.
Quando sento una canzoni degli U2, in particolare One Love.
O quando come stamani lo shuffle mi fa ascoltare questa canzone che mi porta mille dolcissimi ricordi...
https://m.youtube.com/watch?v=Hiz9iFlYKX8
E poi, dopo qualche minuto scorrendo IG mi sono accorta che Simona aka @simoelamini_me (http://instagram.com/simoelamini_me) aveva pubblicato una foto con l'incipit di quel brano di Lorenzo...
E i ricordi sono tornati...fortissimi, dolci, vivi, un po' impepati anche, amari...perché ovviamente finì, senza terzi incomodi, senza litigi, semplicemente perché andavamo a due velocità diverse, io pronta a vent'anni per qualcosa di serio, lui con dei nodi suoi, di un certo peso, da sciogliere.
Fu dura da accettare anche perché ci s'era messa dentro anche mia madre, obbligandomi, in un certo senso, così a viverla più seriamente più pesantemente di quello che sarebbe stato necessario. Forse, se non le avessi mai raccontato niente, io e la mia boccuccia che non tiene mai neanche il semolino, io e il mio bisogno di raccontare tutto, l'avrei superata in fretta. Fisiologicamente, come si fa a vent'anni.
Pensavo che non avrei mai più sofferto così. Lo pensiamo tutti in giovane età e alla fine della prima storia di un certo peso.
Poi, forse, sarà anche peggio.
In questi giorni, dopo aver ascoltato lo sfogo di quella amica, di cui ho già parlato, c'ho pensato e ci sto pensando molto...all'amore, voglio dire...a quanto sia fragile e complicato e naturalmente irrinunciabile. Non esiste vita senza amore, secondo me.
Più che altro, oggi come non mai, penso che sia necessario avere rispetto per l'altro...le parole hanno un senso, un valore, un significato. Sono un pegno. Come i gesti, le premure, la presenza, i doni.
Andrebbero "fatte" tutte queste cose perché si sentono davvero, ricordandosi sempre che chi le riceve attribuisce ad esse un valore enorme.
E se nel corso della storia qualcosa cambia bisognerebbe avere il coraggio di dirlo subito invece che far finta di niente e andare avanti come se nulla fosse iniziando così a ingannare l'altro, perché di questo si tratta, che pian piano percepirà, capirà, tirerà fuori il problema e magari finirà per sentirsi dire eh, sai, mi dispiace, ma ho capito che non riuscivo ad andare avanti come prima. E per il tempo intercorso fra il momento in cui lo hai capito e quello in cui lo hai detto chiaro, come la mettiamo??
Ci vorrebbe questo coraggio quando non si hanno più vent'anni.
Però, che volete pretendere???
È la vita, vi dirà qualcuno. Certo. Sarà. Però certi soggetti ci mettono sopra il loro bel carico!
sempre prendendo spunto dalla musica, dico " non si gioca con chi non sta giocando"...non è la vita, e' essere vili
RispondiEliminaÈ la stessa cosa che ho pensato io...ci si autoassolve molto ma molto facilmente...
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