Ho camminato tanto, un po' con Lorenzo, moltissimo da sola. E un passo dietro l'altro la mia mente macinava pensieri, ricordi, sensazioni, idee, ispirazioni.
Ogni volta che ci torno la città mi sembra sempre più bella a dispetto delle lamentele che sento e della tendenza a dire sempre che oggi, domani, saranno sicuramente peggio di ieri.
Forse perché non ci vivo più, forse perché invecchiando detesto sempre di più la lamentosità e il disfattismo dilaganti. Mi chiedo che li facciamo a fare i figli, se siamo convinti che il futuro farà di certo ed irrimediabilmente schifo??
Insomma, passeggiavo e guardavo: la gente, la città, i turisti, i locali. Quante cose si possono vedere e capire! Quante cose hanno colpito la mia attenzione.
Quando ero piccola, i turisti si riconoscevano a naso, da lontano, per l'abbigliamento e le ciabatte ai piedi, ora è tutto il contrario, visitano la città "addobbati" spesso meglio di noi.
Abbiamo passato parecchio tempo io e Lorenzo nelle librerie, piene di gente persa fra scaffali e volumi, seduta sulle poltroncine, ai tavoli, intenta a sfogliare e consultare tablet e cellulari e tanti, tanti bambini a giocare negli angoli a loro dedicati, magari con un adulto occupato a leggere loro una storia. Da Feltrinelli mi sono imbambolata ad ascoltare il discorso serio ed argomentato di un cinquenne biondo. Cose che mi rimettono in pace con la vita. Come un caffè o il budino di riso.
Mi piace da morire piazza San Lorenzo liberata dal mercato. La trovo meravigliosa e vivibile. In barba a tutte le passate polemiche
Il mercato era comunque affollato e gli stranieri facevano acquisti considerevoli, sicché...
Piazza del Duomo e via Martelli pedonalizzate sono una meraviglia e secondo me migliorano la qualità della vita di turisti e fiorentini. Chi vuole andare in centro, ci va comunque. Chi vuole acquistare un prodotto nel negozio x lo farà comunque, anche se deve percorrere un tratto a piedi. Non si può avere tutto, accontentare tutti, si devono fare delle scelte. E la gente deve mettersi in testa che, se non ha problemi di deambulazione, DEVE camminare, non può arrivare ovunque con la macchina sotto il culo e poi spendere fior di quattrini per andare in palestra.
Nel nostro bighellonare io ed il boy avevamo una meta: il mercato centrale col suo rinnovato primo piano. Avevo visto molte foto, alcuni mi avevano detto che sarebbe stato un posto "da me". E quindi ero molto curiosa. E ci sono andata.
E mi è piaciuto. Ho scelto di assaggiare dei tramezzini spaziali, realizzati al momento con un pane buonissimo, bianco o ai cereali e farciture originali. Lore ha scelto il pane bianco con pecorino e finocchiona, io ai cereali con pomodori e asparagi bianchi.
Il posto è davvero bello, la struttura di fine '800 rispettata e valorizzata. C'erano tante persone sedute a bere, mangiare e chiacchierare. Tanti italiani e altrettanti stranieri. Fin da bambina, quando passeggiavo in centro o mi trovavo in autobus, ho sempre sentito parlare tante lingue e ricordo la mia eccitazione e soddisfazione, quando ad una certa età imparai a distinguere l'inglese, il tedesco, il francese, lo spagnolo. E poi in seguto, l'inglese dall'americano. Su certe linee urbane, in certi tratti, spesso sull'autobus c'erano più stranieri che fiorentini. Trovarmi in mezzo a loro, al loro modo di essere, di parlare, di vestirsi, di gesticolare e creare espressioni del viso, non mi ha mai fatto sentire esclusa o "invasa" in casa mia, anzi, tutt'altro. Mi ha sempre molto incuriosita, stimolata a capire, a cercare cose che avrei potuto fare mie, spinta ad ascoltare e siccome capivo poco o nulla,ad immaginare. Ed è ancora così, per mia fortuna!
Ho sempre letto tanto in treno ai tempi dei miei "anda e rianda" Firenze-Jesi-Firenze: molti classici, cose di università e anche un po' di tutto.
Ricordo di essermi "bevuta" L'Abbazia di Northanger di J. Austen mentre il treno sbuffava tra i boschi dell'Appennino,in un luminoso mattino di autunno pieno, su quella che io chiamo la linea del West, ovvero la Borgo San Lorenzo - Faenza, non elettrificata.
Stavolta, verso Firenze, sotto il diluvio universale ormai normale per l'estate 2014, ho iniziato, e ormai finito, questo
Sapete che adoro questi librini leggeri, senza troppe implicazioni ed impegno ( che poi anche in questi si possono trovare spunti di riflessione).
Se poi nella storia di questi librini, come quello in questione, si mescolano sentimenti, ricordi, profumi, odori, ricette, spese, manipolazione dei cibi, paesaggi familiari e un tocco di erotismo (un po' di pepe non guasta!) , allora per me è il massimo!
E ormai so anche il perché: perché io sono un po' tutte queste cose, le ritrovo in me, alcune più evidenti, altre più nascoste, alcune in armonia, altre in contrasto. Io amo la città ma mi si addice anche la vita nei piccoli centri, mi piace l'aria che si respira in una capitale, ma non disdegno quella di provincia, sto attenta al cibo che metto in tavola, ma adoro mangiare, mi perdo nei ricordi scatenati dagli odori, anzi a volte li vado proprio a cercare, mi piace, mi rilassa cucinare, mi fa sentire centrata e presente, mi aiuta a mettere ordine nei pensieri, cerco sempre idee per nuove ricette, sono una romanticona sentimentale ma mi piace un po' di pepe, in amore. E nelle storie.
Insomma, vi consiglio questo libro e fra le altre cose potete scaricare l'ebook gratuito contenente le ricette di Margherita, la protagonista.
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