Quattordici anni fa, ero piuttosto disorientata e qua, all'inizio, non riuscivo a dormire: troppo silenzio.
Ma mi sono abituata in fretta.
E la prima volta che sono tornata a Firenze sono riuscita a dormire benissimo, nonostante il rumore deltraffico che saliva su, come sempre, dal viale fino alla finestra aperta della mia stanza. Come se il mio cervello avesse riconusciuto quel brusio e si fosse rimesso in modalità cittadina.
Con lo scorrere del tempo, passare da una dimensione all'altra è diventato meno faticoso ma un certo senso di sbandamento restava e il modo di fronteggiarlo dipendeva da quanto ero serena e soddisfatta della mia vita.
Oggi posso dire che le due dimensioni sono entrambe mie, quasi intercambiabili e in nessuna delle due mi sento un pesce fuor d'acqua.
Ma quel senso di sbandamento resta, è come una vertigine.
Insomma, ero portata a credere che le due dimensioni si escludessero, in un certo senso, a vicenda e scoprire che invece sono complementari e che io sono più persone, più anime, anche molto diverse, contemporaneamente, è a dir poco esaltante!!
Qui sento il legame con la terra , la tradizione e uno stile di vita che permette di assaporare fino in fondo tutte le cose...
...la città rappresenta la possibilità di aprirsi agli altri, la fusione fra culture e ritmi di vita diversi.
E mentre facevo questi pensieri, mi sono ricordata di una immagine trovata qualche giorno fa in rete, per caso e che li riassume perfettamente
Questa potrei essere io: bisognosa di radici, di un terreno solido a cui ancorarmi e desiderosa di aprire le braccia a tutto il resto.
E prenderlo.
Vita in campagna ed una scappatina ogni tanto in città!!! :-)))
RispondiElimina